Il Museo della ceramica di Burgio ha sede nell’ex monastero annesso alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, edificato dai Frati Minori Osservanti nel 1580 a spese del principe don Tommaso Gioeni allora signore di Burgio, poi ceduto ai Frati Minori Riformati, che lo abitarono fino alla soppressione degli ordini religiosi nel 1866. Nel dopoguerra ha ospitato le suore Teatine e poi le suore Cappuccine, verso la fine dell’Ottocento una parte venne trasformato in ospedale. L’imponente edificio, che domina il paese dall’alto, ha un prospetto che lo fa apparire simile a un castello, anche gli spazi interni sono imponenti con larghi corridoi su cui si aprono le diverse celle: è diventato la sede di un prezioso museo che lavora per salvaguardare e valorizzare la ultrasecolare produzione di maiolica del borgo. Che si sviluppò tra il XVI e il XIX secolo, portata a Burgio da alcune famiglie di Caltagirone, convinte a trasferirsi sia per la ricchezza di argilla, carbone e acqua del territorio, che per l’allora florida attività edilizia nei paesi della provincia di Girgenti. Da fine Cinquecento furono numerose le botteghe sorte in diversi quartieri della città. Un’espansione agevolata anche dai matrimoni tra ricche possidenti locali e i ceramisti di Caltagirone, che mantennero vivi a lungo i contatti commerciali con l’ambiente calatino per l’acquisto di ossidi e smalti. All’interno della chiesa di santa Maria delle Grazie non bisogna dimenticare un bellissimo gruppo in marmo di Sant’Anna e Maria Bambina, dono del principe di Campofranco: la santa, dal volto rugoso e reso con toni espressionistici, tiene con una mano un libro aperto e con l’altra sembra guidare Maria, che ha lo sguardo rivolto verso la madre. L’attribuzione è alla bottega di Gaspare Guercio, scultore palermitano vicino ai Francescani.
Date disponibili
11
Maggio 2025
dalle 10:30 alle 12:00
dalle 16:00 alle 18:00
Durata
30 minuti
Contributo
3euro
Non accessibile ai disabili
La tradizione dei ceramisti in arrivo da Caltagirone