Nella piccola frazione di Sant’Anna, edificata sulle rovine dell’antica Triocala, sorge un piccolo scrigno di arte e di storia: è la chiesetta di Santa Maria del Fervore, inglobata nel complesso religioso delle suore collegine. Ed è un vero tesoro: ospita opere di Mariano Rossi e sculture lignee del settecentesco Filippo Quattrocchi. Ma si scopre anche un frammento di mosaico di età romanica ben conservato, riportato alla luce agli inizi del secolo scorso durante i lavori nella piazza centrale della borgata. Datato tra il IV e il V secolo d.C., raffigura tre simboli della religione cristiana: il giglio, il cesto di pane e la farfalla. Il pannello è realizzato con una tecnica fino ad oggi riscontrabile solo in mosaici scoperti in Africa e ad Aquileia. Un altro tesoro inatteso è un presepe seicentesco di fattura napoletana, voluto da Francesco Alliata, principe di Villafranca e primo duca di Salaparuta. In terracotta smaltata bianca, è un gioiello: oltre alla Natività, vi sono raffigurati la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, l’arrivo dei Re Magi e la Strage degli innocenti.
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Il mosaico misterioso e il presepe seicentesco