Si parte dal Monastero di Santa Maria del Rogato che sorge di fronte Alcara, sul versante opposto del fiume Rosmarino. Questa comunità basiliana, risulta già esistente nel 1105, come si evince dal “testamento dell’abate Gregorio”, rettore dell’abazia di San Filippo di Fragalà. Il monastero, per oltre trent’ anni, fu meta settimanale dell’anacoreta Nicolò Politi, che vi si recava ogni sabato per accostarsi ai sacramenti e, subito dopo il ritrovamento del suo corpo esanime il 17 agosto 1167, le sue spoglie vennero qui custodite dai monaci testimoni della sua vita ascetica e delle sue virtù. Nel 1503, gli abitanti di Alcara decisero di trasferirlo nella Chiesa Madre del paese.
Nel corso dei secoli, il monastero venne definitivamente abbandonato, ma custodito da famiglie di contadini. Rimane tutt’oggi viva la venerazione alla “Santissima Madre di Dio”, raffigurata nella “Koimesis” o “Dormitio Virginis”, il pregevolissimo affresco medioevale, dipinto secondo i classici canoni stilistici dell’iconografia bizantina, ascrivibile tra il 1196 e il 1230.
Seconda tappa del percorso, la Chiesa Madre intitolata alla Vergine Assunta, che presenta un maestoso impianto basilicale a tre navate, con colonne in pietra sulle quali si sviluppano archi a tutto sesto. La struttura ha subito ampi rimaneggiamenti già nel 1632, su disposizione di Re Filippo IV di Borbone, ed altre ricostruzioni in seguito all’incendio del 1769. Nel 1832, il pittore Carmelo Cafisi di Ispica, dipinse l’Assunzione della Vergine e la decorazione del catino absidale dell’altare maggiore. Al centro della navata sinistra, è la cappella del santo patrono Nicola Politi; decorata da un ricchissimo ciclo di stucchi settecenteschi, è protetta da una sontuosa cancellata in ferro battuto del 1704. Al suo interno, in un’arca d’argento del 1581, opera del catanese Paolo Guarna, sono gelosamente custodite le spoglie mortali del santo ed il suo simulacro cinquecentesco in telacolla e mistura, esposti su un antico fercolo processionale ligneo che probabilmente è appartenuto alla martire catanese Sant’Agata.
Infine si giunge al Santuario dell’Eremo, a circa due chilometri e mezzo dal centro abitato. Immerso in un incantevole territorio d’impareggiabile fascino e bellezza, alle pendici del Monte Calanna, regno incontrastato dell’aquila reale, l’eremo si erge sulla spelonca rocciosa che, secondo la memoria agiografica, fu la dimora del santo anacoreta ed il luogo in cui fu ritrovato esanime, ancora in atteggiamento orante, il 17 agosto 1167. L’edificio ripropone le caratteristiche architettoniche del Monastero di Santa Maria del Rogato, ma non si hanno notizie certe in merito alla sua edificazione.
Si sa che la piccola chiesetta era già esistente nel 1507, anno in cui Papa Giulio II con il “Breve Pontificio” del 7 giugno, autorizzò di “poter celebrare senza impedimento alcuno, la festa in onore di San Nicolò Politi Eremita, sia in paese che nella chiesa presso la quale egli visse e morì”. Da quanto si evince dal documento papale, si può ipotizzare che una primaria edificazione, possa essere ascrivibile tra la fine del XII secolo e la metà del XV secolo. Successivamente, il Santuario fu oggetto di nuovi e svariati rifacimenti e ampliamenti, come testimonia la lapide marmorea datata 1856, posta sull’ingresso dei locali annessi che ospitarono l’Ordine terziario degli eremiti di San Nicolò, il cui ultimo confratello morì nel 1938. Ogni anno, il 18 agosto, il Santuario dell’Eremo è meta di pellegrinaggio.
Date disponibili
non disponibili Luogo di raduno
Monastero di Santa Maria del Rogato, bivio verso Contrada Carbuncolo.
Durata
3 ore
Contributo
6euro
A cura di:
Associazione Alcara Borgo Natura e Volontari Anspi
Non accessibile ai disabili
Sulle orme dell’eremita che diventò santo patrono
Cosa sapere
Sulla A20 Palermo/Messina prendere l’uscita allo svincolo di Sant'Agata Militello, percorrere la SP 161 per Militello Rosmarino e Alcara Li Fusi.