
Lontano da qualsiasi centro abitato, il servizio di corriere abortì sul nascere, e anche il prete non arrivava per celebrare la messa. Il più grande “sogno” fascista di riqualificazione del territorio, nacque tra il 1940 e il 1942 per combattere il latifondo e far sì che i contadini non abbandonassero i terreni; prese il nome di un giovane bersagliere arbëreshë, Giacomo Schirò. Ma il progetto abortì dopo qualche decennio, le case si svuotarono negli anni Sessanta e di Borgo Schirò oggi restano soltanto alcuni edifici fantasma, la chiesa con la canonica, la scuola, un ambulatorio medico, la sala da barba.