
Nell’immaginario collettivo è il carcere dei boss, il “ Grand Hotel Ucciardone” dove i padrini in vestaglia di seta venivano serviti e riveriti. Ma in realtà il carcere più antico di Palermo – progettato dai Borboni come struttura “panottica”, a raggiera, e completata nel 1834 dopo alcune modifiche al progetto originario- ha cambiato il volto. Dietro le sue sbarre c’è un mondo fatto di speranza, creatività e arte, che si divide tra laboratori artigianali del legno, della pasta, un orto curato con cura e tanto altro. Questo penitenziario, che è stato luogo dell’epopea mafiosa, dal caffè avvelenato di Gaspare Pisciotta alle aragoste e champagne con cui i boss brindavano ai delitti eccellenti, oggi è un istituto che brulica di attività imprenditoriali, artistiche e sociali. Ecco quindi un tour straordinario attraverso i padiglioni e i cortili.
NB: In questo luogo non è consentito l’accesso ai minorenni.
All’ingresso è richiesto il documento di riconoscimento.