
È una cripta che custodisce i segreti del convento cinquecentesco di Santa Maria la Grazia, o della Grazia, meglio noto come convento delle Repentite. Qui le ex prostitute convertite alla vita monastica venivano mantenute dalle cortigiane ancora “in servizio” attraverso un’imposta pagata al Senato palermitano, una sorta di porno-tax ante litteram. Il tributo era dovuto per legge, per poter indossare pubblicamente vestiti sfarzosi come le “donne oneste”. Scoperta nel 2005 dall’Università, durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio soprastante, la cripta dove venivano seppellite le suore ha poi svelato un retroscena intrigante: i cartigli trovati dentro due ampolle di vetro nella tomba della madre badessa, oggi esposte.