Date disponibili
04 Maggio 2025
alle 12:00
alle 12:30
alle 13:00
alle 13:30
Durata
60 minuti
Contributo
10euro
Accessibile ai disabili

Odori, sapori, accoglienza: il panettiere eroico che ha fatto rinascere il suo borgo fantasma

Santa Rita è stato per anni un borgo “fantasma” a pochi passi da Delia, sentito dai deliani come il prolungamento del paese. Andare al forno della famiglia Spinello e assaggiare pane cunzatu, caponata, pasta fresca, formaggi, taglieri è un’esperienza inattesa: vuol dire immergersi nella natura, un bagno nella genuinità dei prodotti, godendo un panorama da brividi … E al contempo è come sentirsi a casa. Maurizio Spinello con la nostalgia ha impastato il pane, è vissuto ogni giorno, ha scelto contro tutto e tutti di non lasciare il suo borgo di 11 abitanti perduto tra le campagne dell’Isola. Questo è un racconto con degustazione da non perdere, compresa la visita al borgo e l’esperienza di panificazione con Maurizio. Il minuscolo abitato fu costruito nel 1920 dal barone Ignazio La Lomia, per i contadini del suo feudo che nel tempo hanno acquisito la proprietà delle case, cubetti bassi di pietra su cui svetta la chiesa intitolata alla patrona, dedicata dal barone alla moglie nel 1935. Andare a trovare Maurizio Spinello nel suo panificio (oggi anche pizzeria, trattoria, laboratorio) significa assaggiare pane, pizza, pasta dal gusto unico, ma soprattutto respirare il profumo della speranza. Perché Maurizio, figlio di poverissimi allevatori, ha vinto la sua scommessa con la vita. Sarà lui a raccontare una storia imprenditoriale che – partita da povertà e sacrificio, oggi impegna venti dipendenti. Il suo pane, realizzato solo con grani antichi e biologici, ha ricevuto premi importanti e ora viene spedito in mezzo mondo. Non c’è ombra di lievito di birra, perciò resta fresco per quindici giorni: solo farina, acqua, sale e crescente, cioè la pasta madre ricavata dal pane già lievitato. Ogni volta che Maurizio fa il pane, prende un pezzo di impasto e lo conserva per la volta successiva, una catena che non si spezza mai. I produttori intorno hanno ricominciato a coltivare grani tradizionali – molto più sani e digeribili – che si erano quasi estinti. E quel borgo quasi spopolato oggi, grazie a lui, è diventato meta di buongustai e di visitatori.

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