Il museo dell’emigrazione, l’unico in provincia di Ragusa, ha sede nel mezzanino di Palazzo
Barone, residenza signorile della prima metà dell’Ottocento ai margini del quartiere
U’Cuozzu. Il museo è nato nel 2012 per raccontare la storia dei flussi migratori dell’intera
provincia attraverso testi, film, musica, fotografie, giornali e riviste d’epoca, e parecchi
oggetti simbolici. Di fatto ferma nel tempo uno spaccato di vita reale: le famiglie che
sceglievano di partire con pochi oggetti nelle valigie di cartone, lasciavano una vita di stenti,
sacrifici e duro lavoro nei campi. Il viaggio per chi spesso non era neanche uscito dal paese,
era un salto nel buio, in territori lontani e incomprensibili. Ma l’urgenza di migliorare misere
condizioni di vita e offrire un’occasione diversa ai propri figli, spinse migliaia di famiglie a
prendere la via delle Americhe e del nord Europa. Esiste un archivio con i dati di tutti i
giarratanesi emigrati; una sezione del Museo è dedicata alla tragedia belga nella miniera di
Marcinelle, e una sulla storia della colonia iblea in Paraguay.