
La chiesa seicentesca di Santa Chiara, un tempo sede del Collegio dei Gesuiti, fu affidata alle Clarisse nel 1779 che la adeguarono alla clausura, con le aperture a petto d’oca per permettere alle monache di assistere alle funzioni senza essere viste. Nel 1957 fu trasformata in Sacrario dei caduti: le cappelle laterali della chiesa furono trasformate per accogliere i loculi che, ad oggi, ospitano 316 militari (68 ignoti) caduti nel corso della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Ma sarà la sacrestia la vera sorpresa del festival: pur abbandonata per decenni, conserva ancora gli arredi e mobili originali in stile Luigi XIV, armadi in noce intarsiato, dorature, stucchi, mobili da altare, lampadari in carta Spagna in stile impero, baldacchini, paramenti, putti e reliquiari. E persino, appesa su un muro da oltre 200 anni, l’agenda con gli appunti delle suore .