
E’ la chiesa che custodisce il famoso Cristo Nero, il co-patrono della città. Le prime notizie risalgono al 1730 ma originariamente era intitolata a San Nicola di Bari. Quando nel XVIII secolo venne distrutta la chiesa di San Leonardo, venne trasferito qui il crocifisso ligneo in stile bizantino che, secondo la leggenda, fu trovato da alcuni fogliamari (raccoglitori di erbe selvatiche) in una grotta vicino alla città: era annerito dal fumo dei ceri e a nulla valsero i tentativi di ripulirlo, tanto che da quel momento venne venerato come Cristo Nero e divenne il patrono della città fino al 1625. Dal 1859 ospitò la neonata Confraternita del SS. Crocifisso, formata dagli zolfatari, e dopo il 1867 divenne la cappella dell’ospedale. E fu proprio frate Angelico Lipari ad avviarne il restauro grazie alle donazioni dei conti Testasecca. Nell’anno delle tragedie nelle zolfare, 1881, da qui partivano cibo e soccorsi per le miniere. Il crocifisso viene portato in processione all’imbrunire del Venerdì santo, accompagnato dalle ladate dei fogliamari in tunica viola.