
Palazzo Marchesi, nato nel 1493 per volontà del giurato Antonio Cusenza, sorse un edificio preesistente in piazza Quaranta Martiri su cui svetta la torre (che divenne campanile di Casa Professa) con lo stemma della famiglia e una splendida finestra di gusto gotico. Le difficoltà economiche costrinsero la famiglia alla vendita ai Marchese; poi, acquistato da Carlo V, divenne sede del tribunale della Santa Inquisizione, e nelle caverne sotterranee furono allestite le carceri. Pochi anni dopo, nel 1568, i Gesuiti ne ottennero la concessione e lo abitarono fino al 1866, quando, soppressi gli ordini religiosi, il palazzo passò al Demanio. Fu sede del Genio Militare, poi dell’Intendenza di Finanza, trasformazioni che modificarono la residenza nobiliare di ispirazione catalana, con loggiati, scale e coperture. I bombardamenti del 1943 lo segnarono profondamente con la vicina Casa Professa, oggi il palazzo, di proprietà mista tra Demanio e Comune, è in gran parte in stato di abbandono: resistono i locali che custodiscono i manoscritti rari della Biblioteca Comunale, gli spazi affidati al Centro Astalli e ai Gesuiti.