
Su Via Crociferi, la chiesa di San Francesco Borgia è una delle quattro “voci” del barocco catanese. Nata dal trauma del 1693, racconta la scelta dei Gesuiti di tornare sulla collina di Monte Vergine, dove nel 1556 avevano fondato il primo Collegio, per ricucire città e memoria. Dal 1698 padre Angelo Italia ne disegna la pianta basilicale a tre navate; la bianca facciata in pietra siracusana sale in due ordini con colonne libere e timpano spezzato. Nelle nicchie i santi: al centro San Francesco Borgia, compatrono di Catania dal 1701, protettore dai terremoti, affiancato da angeli; ai lati Ignazio di Loyola e Francesco Saverio; sulle volute Luigi Gonzaga e Stanislao Kostka, tutti immersi tra stucchi e marmi. La cupola di Palazzotto (1759) chiude il profilo. Lungo le navate dallos corso anno, un’esposizione permanente di preziose suppellettili liturgiche commissionate dai Padri Gesuiti alle migliori maestranze messinesi e catanesi.: una preziosa Pace cinquecentesca in smalto limosino, un calice in argento e oro, un ostensorio a raggiera con spighe e grappoli, attribuito agli argentieri Naso.