
Visitare lo studio e il salone dove si mosse Giuseppe Tomasi di Lampedusa, guidati personalmente da Nicoletta Polo, duchessa di Palma, moglie del figlio adottivo dello scrittore, il musicologo Gioacchino Tomasi scomparso un anno fa. Sarà una visita delicatamente letteraria, quella all’ultima dimora dell’autore de “Il Gattopardo”, srotolata nei saloni del piano nobile, con la sua terrazza sulle Mura delle Cattive; tra arredi che sono vere opere d’arte, libri e spartiti, arrivando a quello che è il cuore del percorso, l’edizione manoscritta del romanzo che come pochi altri, ha segnato l’immaginario collettivo e la riflessione sulla Sicilia. Sarà un modo per entrare nella vita straordinaria della nobile famiglia, scorrendo le migliaia di titoli della biblioteca, le fotografie, i mobili preziosi provenienti da Palazzo Lanza di Mazzarino, da Palazzo Lampedusa che fu distrutto sotto le bombe alleate del ‘43; e dal Palazzo di Santa Margherita Belìce, la residenza estiva dei Filangeri di Cutò, la famiglia materna dello scrittore. Una storia umana e letteraria straordinaria, quella di Tomasi, che ne intreccia tante altre, a partire da quella della moglie, la principessa Alexandra Wolff Stomersee, (Licy), allieva di Freud, prima donna a guidare la Società psicoanalitica italiana; ma anche la madre, la severa Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò che mai “accettò” la principessa baltica scelta e amata dal figlio.