
La fortezza fu scenario delle lotte tra i potenti di varie epoche. La prima pietra del castello dei Conti di Modica venne posta tra il 1340 e il 1350 dai Peralta, ma il maniero fu completato dai feudatari Enrico e Federico Chiaramonte. Dal 1410 il castello, così come tutti i beni di Andrea Chiaramonte, dichiarato ribelle da re Martino che lo fece decapitare, passò ai Cabrera, conti di Modica, ai quali appartenne fino al 1812. Nel 1535 vi soggiornò per tre giorni l’imperatore Carlo V, di passaggio in città, che in quell’occasione chiamò Alcamo “città opulenta e gioconda”. Nel corso dei secoli il castello subì numerosi attacchi: nel 1392 l’arciprete Pietro de Laudes armò gli alcamesi contro Enrico Ventimiglia e nel 1402 contro Donna Violante de Laudes, signora di Alcamo. Il più celebre tra gli assedi fu quello del corsaro arabo Barbarossa, nel 1534. Abbandonato e dimenticato fino al 1828, il castello passò al Comune e fu adibito a uffici, carcere, stalla. Profondamente degradato, è stato restaurato nel 2000 e nel 2010, e ripensato proprio quest’anno, pur mantenendo l’originaria struttura con quattro torri, due circolari e due a forma di parallelepipedo. Sul prospetto nord resistono due originarie finestre monofore e, nel cortile interno, bifore, trifore e un’elegante scalinata in stile gotico-catalano. Lo scalone d’onore e? in rosso ammonitico del Monte Bonifato. Oggi è sede dell’Enoteca regionale della Sicilia occidentale e ospita un teatrino dell’opera dei pupi.