Sembra soltanto uno dei tanti palazzi eleganti e austeri del centro di Palermo. Eppure, all’inizio del secolo scorso ospitava l’Albergo Savoia che faceva concorrenza al vicino Hotel delle Palme. Oggi quel corpo di Palazzo Saponara che si affaccia su via Villaermosa, all’angolo con via Cavour, davanti alla Banca d’Italia, è abbandonato da 25 anni, in attesa di ristrutturazione. L’edificio è in pessimo stato, sia all’interno che sul prospetto esterno, per questo i proprietari riconducibili alla società Sat, Siciliana Alberghi Turismo Spa in liquidazione, hanno avviato dei lavori di restauro e rifunzionalizzazione, che dovrebbero concludersi nell’arco di due anni. Non è ancora stato deciso dalla proprietà se il palazzo sarà destinato ad abitazioni private o se diventerà una residenza turistica.

L’antico Albergo Savoia
Un futuro che si prospetta incerto dopo un passato che ha conosciuto luci e ombre. Costruito nel 1863 da
Vincenzo Di Giovanni Alliata, duca di Saponara, e progettato dall’architetto
Domenico Marvuglia, il palazzo, noto anche come
Tagliavia Lo Bue Lemos, ha avuto una storia articolata, fatta di vendite all’asta, successioni e diverse destinazioni d’uso. Alla morte del duca, fu diviso in lotti, alcuni dei quali passarono all’armatore e negoziante
Andrea Lo Vico, che completò l’edificio insieme a Giovanni Di Giovanni Alliata, figlio di Vincenzo. Alla fine dell’800 la figlia di Lo Vico sposò il cavalier
Salvatore Lo Bue e Papè dei conti di Lemos, i cui figli ereditarono l’immobile. Nel palazzo, avevano alcune proprietà anche
Antonino Trigona, principe di Calvaruso e barone di Mandrascati, e
Angelo Tagliavia, figlio di Paolo, commerciante e armatore palermitano, i cui beni furono ereditati dai cinque figli, che nel 1941 si divisero il patrimonio.

Una delle sale dell’Hotel Savoy in una foto storica
L’Hotel Savoy, ribattezzato Albergo Savoia durante il ventennio fascista, occupava soltanto la parte occidentale del fabbricato su via Villaermosa. Un prospetto con due piani lungo 36 metri in cui si affacciano sette aperture per piano. Rispetto all’edificio ottocentesco sono state modificate soltanto le aperture del pianoterra, che originariamente erano finestre con lunetta ad arco e che oggi ospitano un negozio e un bar. Sono pochissime le informazioni sull’albergo in possesso degli attuali proprietari. Pare che fosse, per importanza,
il terzo albergo di Palermo, dopo Villa Igiea e l’Hotel delle Palme. A gestirlo era
Alfredo Fricker, albergatore di origine ebraica, costretto a lasciare Palermo durante la guerra per rifugiarsi in Svizzera, dove a Lugano divenne gestore dello storico Hotel Washington.

L’Hotel Savoy in una locandina d’epoca
Successivamente è stato anche sede del
consolato inglese e in seguito, intorno alla metà degli anni ’70 del secolo scorso,
ha ospitato un liceo, fino all’abbandono in anni più recenti. “Non sappiamo ancora quale sarà il suo futuro – spiega a
Le Vie dei Tesori News,
Fabrizio Tagliavia, liquidatore della Sat, e pronipote del
conte Salvatore Tagliavia – . Abbiamo una
concessione edilizia per 32 appartamenti, stiamo valutando se farne una residenza turistico-alberghiera o destinarlo ad appartamenti privati. Il budget necessario al recupero completo dell’edificio è molto corposo e stiamo cercando di capire come far quadrare i conti. Per troppi anni questo palazzo è stato chiuso, la nostra intenzione adesso è salvarlo dall’abbandono”.