È lo spettacolo del Collettivo PoEM, Potenziali Evocativi Multimediali, guidato da Gabriele Vacis, che in questo momento sta ottenendo maggiore successo in tutta Italia: nel caso del borgo sicano, preceduti da un laboratorio aperto al territorio, dalle 15,30 alle 17, i giovani attori partiranno dalla tragedia di Eschilo “I Sette contro Tebe” per trovare un bandolo che la ricolleghi al presente, trovandolo nei conflitti aperti, nella mancanza di memoria collettiva, nell’attesa della guerra che pare improcrastinabile.
In un mondo dove si marcia per la pace, il conflitto rimane una delle strade che più si percorrono per “risolvere” situazioni all’apparenza irrisolvibili. La parola “riarmo” genera accesi dibattiti, ancora conflitti. In molte tragedie classiche a un certo punto compare la domanda che sta alla base di questa meditazione collettiva: “Come è cominciato tutto questo?” Eteocle e Polinice sono fratelli, gemelli. Il tempo che giocavano fuori dalla reggia, con le spade di legno, è finito e adesso sono uomini, impugnano armi vere. Avrebbero dovuto governare su Tebe un anno ciascuno, ma dopo il primo mandato Eteocle si rifiuta di consegnare il potere a suo fratello. Polinice pretende che gli accordi vengano rispettati. Eteocle adora comandare, non molla. Polinice mette su un esercito di argivi e dichiara guerra a Tebe, alla sua città, a suo fratello. Questa “Meditazione su Sette a Tebe” racconta la vigilia della guerra, non le conseguenze, ma la paura.
In scena gli artisti Davide Antenucci, Erica Nava, Andrea Caiazzo, Edoardo Roti, Enrica Rebaudo, Lorenzo Tombesi, Eva Meskhi, Roberto Tarasco.