
Peppe Schiera fu un poeta di strada che durante la guerra opponeva ai toni trionfalistici di propaganda un controcanto fatto di sberleffi al regime. Salvo Licata, che ne riscoprì il genio, immagina la moglie del poeta, Margherita Vaccaro, “Margheritina”, che ne racconta la storia. Una storia che comincia nella borgata di Tommaso Natale, dove Schiera nasce nel 1898, e finisce con il bombardamento del 9 maggio 1943 davanti al rifugio antiaereo di via Perez. Una vita di stenti, casa a Ballarò, i versi scritti su foglietti di carta venduti per poche lire, le punizioni del regime: olio di ricino, manganello e frequenti soggiorni in camera di sicurezza. Tanto che, morto lui, la moglie bruciò per paura duemila foglietti dei suoi versi. Un omaggio a questo cantore popolare e alla memoria di un giornalista e drammaturgo i cui testi sono stati cavalli di battaglia di una gloriosa generazione di attori palermitani.
Di Salvo Licata, con Stefania Blandeburgo
Per gentile concessione di Costanza Licata e dell’associazione Gli Amici di Salvo Licata