
Siamo all’interno di quella che un tempo era la Selva del convento di Santa Maria di Gesù: nota un tempo come “ipogeo quadrato” (per distinguerlo da un altro circolare nelle vicinanze), in realtà è una tomba monumentale di età romana imperiale (I-II secolo dopo Cristo), tra le poche sopravvissute delle vaste necropoli di Catina che occupavano l’area a nord dell’attuale centro storico di Catania. La tomba, che nel tardo Medioevo fu utilizzata come calcara dai monaci del convento, venne riscoperta nel XVII secolo e persino Houel la raffigurò in un suo acquerello: sarà interamente scavata e portata in luce soltanto nei primi anni dell’800. È una grande struttura rettangolare alta circa tre metri con un massiccio corpo di fabbrica, e una camera quadrata ipogeica a cui si accede tramite una scala. Le pareti ospitano le nicchie, la muratura è composta da calce, sabbia vulcanica, blocchetti e scaglie di pietra lavica.