Date disponibili
non disponibili
Durata
60 minuti
Contributo
5euro
Accessibile ai disabili

Festival Le Vie dei Tesori
7
I primi 50 anni della Vucciria di Guttuso
Palermo
Esperienze
La “natura morta con gente” è ospitata allo Steri

“Una grande natura morta con in mezzo un cunicolo entro cui la gente scorre e si incontra. E vuole essere soprattutto, un segno di gratitudine, a livello delle mie forze, per il grande debito che ho nei confronti della mia città”: così scriveva Renato Guttuso nel 1974, a pochi giorni dalla presentazione della “La Vucciria” che quest’anno compie il suo primo mezzo secolo. Guttuso la dipinge in un mese, partendo da foto scattate nel Natale 1973, passando a studi e bozzetti nell’anno successivo, il primo disegno d’insieme nasce il 20 luglio 1974. All’epoca ha 63 anni, vive a Velate e ha bisogno di tener viva la memoria di quel ben di Dio esposto al mercato. Ma gran parte della merce non poteva essere reperita nei mercati lombardi: veniva così incaricato il fido custode Isidoro di caricare la “robba” sul primo aereo per Milano e da Malpensa, viene poi fatta giungere subito in studio. La Vucciria sembra veramente nata tra vicoli e cassette grondanti, su un particolare fondo nero da cui balzano fuori le immagini; tanto che Cesare Brandi parla di “un quadro nero” su cui Andrea Camilleri ricamerà in seguito “fantasmi e apparizioni”. E’ una grande tela quadrata, 3m x 3m, la cui visuale si sviluppa in verticale e alterna l’attenzione dei diversi punti focali ora sui personaggi, ora sulla merce ordinatissima, ora su particolari messi in evidenza. Nella parte alta predominano i rossi e gli arancioni della carne, degli insaccati e della frutta esposta all’interno delle cassette. Nella parte centrale e in quella inferiore, i colori divengono più chiari; a sinistra, i bianchi, grigi e azzurri del pesce pescato, a destra il verde chiaro e il giallo degli ortaggi, mentre il bianco delle uova richiama l’abito della donna. E’ “la” tela di Palermo, adottata dalla città sin dalla sua nascita: quando alla fine degli anni ’80 il Giornale di Sicilia ne distribuì una riproduzione con il quotidiano, non ci fu famiglia palermitana che non incorniciò la sua copia. Fu esposta per la prima volta alla Galleria La Tavolozza, e subito dopo scattò una guerra tra istituzioni per il suo acquisto, con lettere infuocate tra il Comune e la Regione. Ma fu lo stesso Renato Guttuso a decidere che sarebbe andata all’Università ed esposta allo Steri.

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