
Un magico ingresso nella civiltà dell’antico Egitto e nel colto mondo cosmopolita di Giuseppe Acerbi. Console in Egitto dal 1824 al 1832 in rappresentanza dell’Impero Asburgico (di cui Mantova faceva parte), Acerbi fu un esperto e appassionato naturalista; raccolse reperti vegetali, animali, minerali sul corso del Nilo, e contribuì alle ricerche dell’allora neonata egittologia. Dai suoi studi, oltre agli accurati disegni, nasce un’importante raccolta di reperti donati alla città di Mantova nel 1840, tra cui alcuni pezzi egizi unici, in bronzo – la testa della regina Arsinoe o il gatto Bastet, dea della bellezza – e in legno, come lo sciacallo Anubi (dio dell’imbalsamazione); o gli affascinanti ushabti, i servitori magici nella vita dell’aldilà.




