
Circondati come siamo da immagini satellitari e collegamenti interplanetari, sembra ormai scontato il fatto di accedere in pochi secondi a immagini reali e dettagliate di continenti, stati e isole. Diverso era invece il tempo in cui la Sicilia era tappa obbligata per la formazione dei giovani aristocratici europei e degli artisti, attratti dal fascino dell’antichità classica, dei paesaggi mediterranei e delle culture “esotiche”. Dalle carte e dalle mappe della Fondazione Cesare e Doris Zipelli, sbucano osservazioni minuziose, rilievi maniacali e recupero di toponomastica che altrimenti sarebbero necessariamente andati perduti, per mano di cartografi, disegnatori, artisti e viaggiatori, a partire dal belga Jean Houël. E proprio seguendo questo filo si scopriranno le acqueforti su Mezzagnone, le grotte delle Trabacche, il castello di Donnafugata che oggi fanno parte delle visite del festival.









