È un borgo dove Oriente e Occidente si intrecciano in un abbraccio millenario. Fondato nel XV secolo da esuli albanesi in fuga dall’avanzata ottomana, Mezzojuso conserva ancora oggi le radici arbëreshë, evidenti nella lingua, nei riti religiosi e nelle celebrazioni del floklore. Il nome deriva dall’arabo Manzil Yûsuf, ovvero “Villaggio di Giuseppe”, riferito all’emiro di Sicilia Abu al Fatah Yûsuf. Cuore pulsante del paese è piazza Umberto I, dominata dalle due imponenti Matrici: la chiesa di San Nicolò di Mira, di rito bizantino, con la sua preziosa iconostasi e Maria Santissima Annunziata, di rito latino. Ma è nelle chiese più antiche che si respira l’anima profonda di Mezzojuso. La Chiesa del Santissimo Crocifisso, con la sua atmosfera mistica e le icone musive, e Santa Maria di Tutte le Grazie, legata al monastero basiliano, dove i monaci cretesi istituirono una scuola di iconografia, sono scrigni di arte e devozione. Qui, la biblioteca basiliana conserva oltre 11 mila volumi, tra manoscritti medievali e testi rari. Per gli appassionati di artigianato e tradizioni, Mezzojuso offre esperienze uniche: dal laboratorio di restauro del libro antico, alla mostra permanente di pupi siciliani, fino al famoso Mastro di Campo, festa popolare carnevalesca che attira ogni anno migliaia di visitatori.


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