Enrico Ragusa, il grande albergatore che acchiappava le farfalle

È "l'inventore" del Grande Hotel delle Palme, ma anche un entomologo di livello internazionale. La sua collezione di lepidotteri e coleotteri è esposta al British Meseum di Londra

di Emanuele Drago

17 Dicembre 2018

Non c’è libro di storia di Palermo o film rievocativo che non dedichi pagine e scene al Grand Hotel delle Palme di Palermo. Un luogo in cui hanno soggiornato pensatori, uomini di Stato e illustri. Ma ciò che di questo albergo è singolare, non sono solo i personaggi che sono stati accolti, ma colui che lo trasformò da residenza nobiliare a grand hotel di lusso.Stiamo parlando di quell’Enrico Ragusa, figlio di Salvatore Ragusa, capostipite di una famiglia di origine genovese che a Palermo si diede all’intrapresa nel settore dell’attività alberghiera. Ebbene, Enrico Ragusa nacque a Palermo il 18 agosto 1849 e fin da ragazzo, per volontà dello stesso padre, venne avviato all’attività alberghiera. Appena maggiorenne venne inviato a Berlino, città in cui seguì la scuola alberghiera e imparò diverse lingue.

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Hotel delle Palme in costruzione

Tornato in Sicilia otto anni dopo l’unità d’Italia, aprì un albergo a Catania e l’Hotel Des Temples ad Agrigento. Tuttavia, il grande passò lo compì nel 1872, quando acquistata la villa, insieme allo splendido giardino tropicale che era appartenuta a Benjamin Ingham, la trasformò in grande Albergo. Divenuto un esponente della ricca borghesia palermitana, Enrico sposò la marchesa Lucia Salvo Cozzo di Pietraganzili, che purtroppo morì a soli ventisette anni lasciandolo solo ad accudire le sei figlie.Ora molti non sanno che fin dalla giovinezza, dal suo soggiorno in Germania, aveva iniziato a coltivare un grande amore per l’entomologia. Passione che lo portò in giro per il mondo e in territorio africano con illustri personaggi, molti dei quali come Guy de Montpassaint e il barone Arthur Leopold Rottenberg, furono ospiti del suo sontuoso albergo di via Stabile. Divenuto membro della Società entomologica italiana, mostrò un grande passione per i coleotteri e lepidotteri, che collezionò, classificò e descrisse in maniera minuziosa con intento sistematico.
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Una delle sale del British Museum di Londra

Forse anche per questo, pur essendo estraneo al mondo accademico, poté facilmente raccordarsi all’ambiente universitario, tant’è che contribuì, grazie anche alla fondazione di una rivista specialistica dal titolo “Il naturalista siciliano”, alla realizzazione della relativa sezione entomologica del Museo zoologico riordinato dal dalmata Pietro Doderlein. Ben cinque furono le collezioni che il Ragusa allestì: una di coleotteri siciliani, una di coleotteri europei, una di lepidotteri siciliani, una di lepidotteri europei e una di emitteri. Purtroppo va sottolineato che, come accadde per la raccolta ornitologica di villa Whitaker a Malfitano (che prese la via di Belfast) la stessa cosa accadde per la grande collezione, costituita da diverse migliaia di esemplari di lepidotteri siciliani, del Ragusa.Sembra infatti che egli stesso prima di morire avesse – complice la Grande Guerra che aveva prodotto notevoli danni al suo settore alberghiero – deciso di venderla a lord Lionel Walter Rothschild. Oggi la collezione del proprietario del Grand Hotel delle Palme si trova esposta tra le teche del British Museum di Londra, eppure molti non lo sanno. Insomma, il cerchio della storia si è chiuso. Infatti, se un inglese aveva venduto a Ragusa la sua grande dimora, alla fine dei suoi giorni lo stesso Ragusa cede all’Inghilterra ciò che di più prezioso possedeva, la sua amata collezione di insetti e farfalle siciliane.*Docente e scrittore