A cavallo nel polmone verde di Palermo

18 Dicembre 2018

Nel parco della storica Villa Castelnuovo si trova il Club ippico siciliano, il primo circolo privato della città, fondato nel 1972. All’interno è ancora possibile vedere l’impianto dell’antico giardino e si possono ammirare i viali costeggiati da filari di palme e cipressi

BlogBambino e bellodi Elena Mignosi

Siamo in inverno ma nelle belle giornate la luce è chiara e nitida, il sole tiepido e, ancora una volta, vorremmo suggerirvi un’esperienza che riguarda il contatto con la natura e la relazione con gli animali: ne abbiamo tutti tanto bisogno dopo giorni passati al chiuso in casa, al lavoro o a scuola e, in più, per i bambini è sicuramente attraente.Per chi vive a Palermo non c’è bisogno di andare lontano; in città si trova, infatti, un club ippico molto speciale, il Cis (Club Ippico Siciliano) che, pur all’interno dello spazio urbano, permette, con bambini di tutte le età (dai piccolissimi di 2-3 anni, ai ragazzini di 12-13 anni), di condurre esplorazioni botaniche all’aperto, di entrare in relazione con cavalli e pony e, nello stesso tempo, di fare una conoscenza storica e architettonica di ambienti di grande fascino.

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Le scuderie del Cis

Ma andiamo con ordine: molti di voi conosceranno il Teatro di Verdura, dove nei mesi estivi il Teatro Massimo propone spettacoli e concerti all’aperto fin dal 1963, forse pochi però sanno che il Teatro fa parte del parco di Villa Castelnuovo. Il Club Ippico Siciliano, fondato nel 1972 da Salvino Caputo (che lo gestisce ancora oggi insieme al figlio Francesco) e che costituisce il primo circolo privato di Palermo, si trova, anch’esso all’interno di Villa Castelnuovo, presso le sue antiche scuderie risalenti al XVIII secolo.Una breve cornice storica può aiutare a capire la magia del luogo e a condividerla con i bambini in modi diversi a seconda della loro età. Gaetano Cottone e Morso, principe di Castelnuovo, nella seconda metà del XVIII secolo, aveva realizzato ai Colli la sua dimora estiva, circondata da un parco di ben dodici ettari coltivato ad uliveto e agrumeto, con viridarium, parterre geometrico, piante esotiche, statue, fontane e vasche. Nello stesso giardino aveva fatto realizzare anche un teatro di “verzura” (il Teatro di Verdura, appunto) con varie specie arboree, oltre che una foresteria e chiaramente la “casena” cioè la residenza vera e propria.Il figlio, Carlo Cottone, principe di Castelnuovo e Villermosa, la eredita nel 1802 e, appartenendo ad una cerchia di aristocratici animati da idee rivoluzionarie e progressiste, nel 1819 decide di fondare nella sua proprietà un Istituto Agrario, per diffondere, sulla scia del pensiero illuminista, “metodi razionali di conduzione agricola” anche tramite l’educazione dei figli dei contadini e dei giovani agricoltori. Era la prima volta che si metteva un giardino privato a disposizione della comunità per uno scopo sociale (e questo può diventare uno spunto per una riflessione sulle classi sociali e sulle disuguaglianze in Sicilia nel XIX secolo con i bambini più grandi).Per essere adattato alla nuova destinazione il parco subì una serie di modifiche architettoniche e areali che vennero ultimate da Ruggero Settimo, amico del principe Cottone e nominato suo erede. Interessa, in particolare, la sua suddivisione in due parti: da un lato la residenza (costituita dal Teatro di Verdura e dalla casena), dall’altro tutto il resto del parco che fu destinato all’Istituto Agrario, inaugurato nel 1847. Da quel momento in poi divenne uno dei luoghi più importanti per la sperimentazione agricola in Sicilia: vennero introdotte numerose nuove specie di piante e macchine per l’irrigazione che contribuirono a rendere irriguo tutto il territorio palermitano.
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L’Istituto Castelnuovo

Attualmente Villa Castelnuovo è divisa tra l’Opera Pia Istituto Agrario Castelnuovo (che affitta parte dei terreni all’Università di Palermo) e la Fondazione Teatro Massimo che gestisce il Teatro di Verdura, ma all’interno del parco è ancora possibile vedere l’impianto del giardino, i terreni coltivati ad agrumi e uliveto e si possono ancora ammirare i bei viali costeggiati da filari di palme e cipressi, gli alberi ornamentali, piccole radure nascoste con sedili in pietra, il padiglione di foggia neoclassica del Gymnasium, le macchine agricole e il sistema di irrigazione con le saie ancora esistenti.La stessa Opera Pia affitta al Club Ippico Siciliano, le antiche scuderie del Principe Carlo Cottone, famose anche perché vi si fermò Garibaldi dopo lo sbarco dei Mille a Marsala e le usò come stazione di posta (una targa commemora l’evento).Entrando al maneggio da viale del Fante 64/A , è possibile quindi vistare gli ambienti che hanno mantenuto le loro caratteristiche architettoniche, raccontando la storia di quei luoghi, immaginando come si viveva tra la fine del ‘700 e l’800. Nel corso di queste attività va sempre data la possibilità, ai bambini, di partecipare attivamente, facendo domande, immaginando, inventando, andando ad esplorare punti che più li incuriosiscono. Con i più piccoli potrete giocare non tanto con le parole, ma attraverso il movimento, grazie alla presenza di spazi nascosti, archi e piccoli cortili.E poi ci sono gli animali: i bellissimi cavalli nei box o all’aperto (il Club vanta un campo di 5000 metri quadrati, il più grande della provincia). Naturalmente sarà possibile avvicinarli soltanto insieme ai gestori del maneggio, per imparare le possibilità di relazione rispettando le loro specificità. Va detto che sono, in genere, animali tranquilli e socievoli perché sono abituati al contatto con le persone, ma soprattutto perché vengono considerati non come mezzi ma come partner in ogni attività e viene garantito il loro benessere psicofisico. Per i più piccoli, che possono sentirsi intimiditi dalla mole dei cavalli, ci sono anche dei pony con i quali potere interagire senza paura.E nella relazione con gli animali si apre un mondo. Scoprire come approcciarsi a loro, aiuta i bambini a stare in ascolto, a modulare i propri movimenti, a decentrarsi e procura anche un gran piacere il contatto fisico, le carezze, il farsi odorare, il sentire il pelo ed il calore, il percepire le loro reazioni. Facciamo attenzione al fatto che gli adulti sono dei fondamentali mediatori della relazione. Quello che provano e il loro atteggiamento verso gli animali si trasmette immediatamente ai bambini e quindi, come ci sentiamo e come ci avviciniamo, la nostra tensione o la nostra fiducia, la nostra curiosità o la nostra distanza, faranno la differenza.
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Scuderie del Cis

E poi ci sono gli spazi esterni, in cui è possibile passeggiare osservando gli alberi e gli arbusti, studiare le foglie e le loro forme, annusare i profumi (in particolare, quello della zagara proveniente dall’agrumeto). E per i bambini più grandi può essere interessante arrivare fino ai macchinari agricoli del secolo scorso, scoprire come funzionavano fare confronti con quelli di oggi, ed anche esplorare l’antico sistema di irrigazione.Si tratta, dunque, di una visita ricchissima che riserva molte sorprese e apre tante piste esplorative. Ancora una volta vi invitiamo ad approfondire, una volta tornati a casa, attraverso ricerche sul web, libri illustrati o altro, seguendo gli interessi e le curiosità dei bambini. Ma è importante anche favorire e stimolare una rielaborazione di quanto vissuto, inventando una storia, facendo dei disegni, costruendo oggetti, ricordando insieme sensazioni ed emozioni.

Nel parco della storica Villa Castelnuovo si trova il Club ippico siciliano, il primo circolo privato della città, fondato nel 1972. All’interno è ancora possibile vedere l’impianto dell’antico giardino e si possono ammirare i viali costeggiati da filari di palme e cipressi

BlogBambino e bellodi Elena Mignosi

Siamo in inverno ma nelle belle giornate la luce è chiara e nitida, il sole tiepido e, ancora una volta, vorremmo suggerirvi un’esperienza che riguarda il contatto con la natura e la relazione con gli animali: ne abbiamo tutti tanto bisogno dopo giorni passati al chiuso in casa, al lavoro o a scuola e, in più, per i bambini è sicuramente attraente.Per chi vive a Palermo non c’è bisogno di andare lontano; in città si trova, infatti, un club ippico molto speciale, il Cis (Club Ippico Siciliano) che, pur all’interno dello spazio urbano, permette, con bambini di tutte le età (dai piccolissimi di 2-3 anni, ai ragazzini di 12-13 anni), di condurre esplorazioni botaniche all’aperto, di entrare in relazione con cavalli e pony e, nello stesso tempo, di fare una conoscenza storica e architettonica di ambienti di grande fascino.

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Le scuderie del Cis

Ma andiamo con ordine: molti di voi conosceranno il Teatro di Verdura, dove nei mesi estivi il Teatro Massimo propone spettacoli e concerti all’aperto fin dal 1963, forse pochi però sanno che il Teatro fa parte del parco di Villa Castelnuovo. Il Club Ippico Siciliano, fondato nel 1972 da Salvino Caputo (che lo gestisce ancora oggi insieme al figlio Francesco) e che costituisce il primo circolo privato di Palermo, si trova, anch’esso all’interno di Villa Castelnuovo, presso le sue antiche scuderie risalenti al XVIII secolo.Una breve cornice storica può aiutare a capire la magia del luogo e a condividerla con i bambini in modi diversi a seconda della loro età. Gaetano Cottone e Morso, principe di Castelnuovo, nella seconda metà del XVIII secolo, aveva realizzato ai Colli la sua dimora estiva, circondata da un parco di ben dodici ettari coltivato ad uliveto e agrumeto, con viridarium, parterre geometrico, piante esotiche, statue, fontane e vasche. Nello stesso giardino aveva fatto realizzare anche un teatro di “verzura” (il Teatro di Verdura, appunto) con varie specie arboree, oltre che una foresteria e chiaramente la “casena” cioè la residenza vera e propria.
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L’Istituto Castelnuovo

Il figlio, Carlo Cottone, principe di Castelnuovo e Villermosa, la eredita nel 1802 e, appartenendo ad una cerchia di aristocratici animati da idee rivoluzionarie e progressiste, nel 1819 decide di fondare nella sua proprietà un Istituto Agrario, per diffondere, sulla scia del pensiero illuminista, “metodi razionali di conduzione agricola” anche tramite l’educazione dei figli dei contadini e dei giovani agricoltori. Era la prima volta che si metteva un giardino privato a disposizione della comunità per uno scopo sociale (e questo può diventare uno spunto per una riflessione sulle classi sociali e sulle disuguaglianze in Sicilia nel XIX secolo con i bambini più grandi).Per essere adattato alla nuova destinazione il parco subì una serie di modifiche architettoniche e areali che vennero ultimate da Ruggero Settimo, amico del principe Cottone e nominato suo erede. Interessa, in particolare, la sua suddivisione in due parti: da un lato la residenza (costituita dal Teatro di Verdura e dalla casena), dall’altro tutto il resto del parco che fu destinato all’Istituto Agrario, inaugurato nel 1847. Da quel momento in poi divenne uno dei luoghi più importanti per la sperimentazione agricola in Sicilia: vennero introdotte numerose nuove specie di piante e macchine per l’irrigazione che contribuirono a rendere irriguo tutto il territorio palermitano.Attualmente Villa Castelnuovo è divisa tra l’Opera Pia Istituto Agrario Castelnuovo (che affitta parte dei terreni all’Università di Palermo) e la Fondazione Teatro Massimo che gestisce il Teatro di Verdura, ma all’interno del parco è ancora possibile vedere l’impianto del giardino, i terreni coltivati ad agrumi e uliveto e si possono ancora ammirare i bei viali costeggiati da filari di palme e cipressi, gli alberi ornamentali, piccole radure nascoste con sedili in pietra, il padiglione di foggia neoclassica del Gymnasium, le macchine agricole e il sistema di irrigazione con le saie ancora esistenti.La stessa Opera Pia affitta al Club Ippico Siciliano, le antiche scuderie del Principe Carlo Cottone, famose anche perché vi si fermò Garibaldi dopo lo sbarco dei Mille a Marsala e le usò come stazione di posta (una targa commemora l’evento).Entrando al maneggio da viale del Fante 64/A , è possibile quindi vistare gli ambienti che hanno mantenuto le loro caratteristiche architettoniche, raccontando la storia di quei luoghi, immaginando come si viveva tra la fine del ‘700 e l’800. Nel corso di queste attività va sempre data la possibilità, ai bambini, di partecipare attivamente, facendo domande, immaginando, inventando, andando ad esplorare punti che più li incuriosiscono. Con i più piccoli potrete giocare non tanto con le parole, ma attraverso il movimento, grazie alla presenza di spazi nascosti, archi e piccoli cortili.E poi ci sono gli animali: i bellissimi cavalli nei box o all’aperto (il Club vanta un campo di 5000 metri quadrati, il più grande della provincia). Naturalmente sarà possibile avvicinarli soltanto insieme ai gestori del maneggio, per imparare le possibilità di relazione rispettando le loro specificità. Va detto che sono, in genere, animali tranquilli e socievoli perché sono abituati al contatto con le persone, ma soprattutto perché vengono considerati non come mezzi ma come partner in ogni attività e viene garantito il loro benessere psicofisico. Per i più piccoli, che possono sentirsi intimiditi dalla mole dei cavalli, ci sono anche dei pony con i quali potere interagire senza paura.
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Scuderie del Cis

E nella relazione con gli animali si apre un mondo. Scoprire come approcciarsi a loro, aiuta i bambini a stare in ascolto, a modulare i propri movimenti, a decentrarsi e procura anche un gran piacere il contatto fisico, le carezze, il farsi odorare, il sentire il pelo ed il calore, il percepire le loro reazioni. Facciamo attenzione al fatto che gli adulti sono dei fondamentali mediatori della relazione. Quello che provano e il loro atteggiamento verso gli animali si trasmette immediatamente ai bambini e quindi, come ci sentiamo e come ci avviciniamo, la nostra tensione o la nostra fiducia, la nostra curiosità o la nostra distanza, faranno la differenza.E poi ci sono gli spazi esterni, in cui è possibile passeggiare osservando gli alberi e gli arbusti, studiare le foglie e le loro forme, annusare i profumi (in particolare, quello della zagara proveniente dall’agrumeto). E per i bambini più grandi può essere interessante arrivare fino ai macchinari agricoli del secolo scorso, scoprire come funzionavano fare confronti con quelli di oggi, ed anche esplorare l’antico sistema di irrigazione.Si tratta, dunque, di una visita ricchissima che riserva molte sorprese e apre tante piste esplorative. Ancora una volta vi invitiamo ad approfondire, una volta tornati a casa, attraverso ricerche sul web, libri illustrati o altro, seguendo gli interessi e le curiosità dei bambini. Ma è importante anche favorire e stimolare una rielaborazione di quanto vissuto, inventando una storia, facendo dei disegni, costruendo oggetti, ricordando insieme sensazioni ed emozioni.