Alla scoperta di Scillato, il borgo dei mulini e dell’acqua

Un itinerario da scoprire in vista di una stagione turistica da trascorrere restando in Sicilia. Una passeggiata tra torrenti e antiche tradizioni

di Maria Laura Crescimanno

27 Aprile 2020

Ripartire dal turismo verde di prossimità, che non necessita di lunghi spostamenti e garantisce spazi aperti senza contatti ravvicinati, prediligendo i piccoli borghi interni, dove la quarantena invernale è un’abitudine consolidata per gli abitanti, già prima dei tempi del Covid 19. Presto – se tutto andrà come previsto – potremo ricominciare a muoverci nelle nostre province in auto e distanziati: lo consentiranno le normative nazionali e regionali, ma lo suggerisce, prima di tutto, il buonsenso.

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Un angolo di Scillato (foto Associazione Itinerari del Mediterraneo)

Le prime associazioni di trekking ed escursioni sul territorio, saranno già dalle prossime settimane pronte con nuovi calendari di uscite giornaliere fuori porta. Spiega Antonella Italia presidente dell’associazione Itinerari del Mediterraneo: “Ripartiremo da iniziative per piccoli gruppi, meglio se familiari, a patto di garantire le norme di sicurezza. Le Madonie costituiscono il polmone di verde più vicino alla città, un immenso parco naturale con borghi storici non sempre conosciuti a fondo. Subito prima del lockdown eravamo pronti per un’escursione alla scoperta dei mulini sopra il borgo di Scillato, un itinerario ideato da ‘Il Borgo ti accoglie’ insieme al Parco delle Madonie, a cura di Giovanna Gebbia e Ilena Arcieri, penso che ripartiremo da lì”.
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Lavorazione della zabbara (foto Associazione Itinerari del Mediterraneo)

Scillato è un micro borgo collinare di circa 600 abitanti, a 60 chilometri dalla città, sulla direttrice lungo il fiume Imera, adagiato ai piedi del versante sud-occidentale del monte Fanusi, propaggine delle alte Madonie. Chi lo conosce, lo ha frequentato ai tempi d’oro della Targa Florio, oppure per la presenza delle sorgenti di acqua minerale, che alimenta l’acquedotto di Palermo. L’itinerario delle acque e dei mulini, alcuni dei quali conservano ancora l’aspetto originario, quando è organizzato dalle associazioni, permette anche di entrare in un piccolo museo ed assistere all’antica lavorazione della zabbara, i filamenti di agave con cui si realizzavano anticamente cordami per uso agricolo. La passeggiata si snoda tra i corsi d’acqua, seguendo i canali Agnello e Gulfone.
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Acqua convogliata in un canale (foto Associazione Itinerari del Mediterraneo)

Scillato offre la vista su paesaggi di mezza collina tra frutteti e agrumeti di straordinaria bellezza, adesso che la natura esplode di colori e profumi. L’itinerario racconta la storia di questo abitato, le cui origini si fanno risalire a gruppi di ateniesi fuggiti dalla distruzione di Troia. Di sicuro, una pergamena del 1196, attesta la concessione di un mulino da parte della normanna Contessa Adelasia alla Diocesi di Cefalù: si evince con chiarezza che la fonte si trovava “Apud Xillatum”. La vita del borgo è legata all’acqua sorgiva che proviene dalle alte montagne: lo si capisce subito arrivati nella minuscola piazza del paese, dove ci si ferma per bere alla vecchia fontana.
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Campanile della Chiesa Madre (foto Associazione Itinerari del Mediterraneo)

Sulla piazza si apre un piccolo negozio di alimentari, dove si trovano i prodotti di qualità biologici che una nuova azienda agricola e di trasformazione creata da giovani del posto “Terre di Carusi”, sta mettendo da alcuni anni sul mercato nazionale. Ripropone gli autentici sapori della frutta madonita nelle confetture, le grosse albicocche, le mandorle, le arance tarocco e sanguinella, e le locali bionde, una varietà autoctona che stava scomparendo, ma anche l’eccellente olio extra vergine di queste colline. Scillato è tutta qui, un’oasi di pace e silenzio, poche casette di pietra, il municipio e in basso lungo un vicolo la Chiesa madre. Un panificio ed un caseificio a conduzione familiare, che produce in loco le tipiche caciotte, ma anche deliziose, ricottine, mozzarelle e caprini, completano il viaggio gastronomico, capace di riportare i ricordi alle villeggiature di campagna, indietro nel tempo.