Arte e solidarietà, da un barcone nascono oggetti di design
S'inaugura il 28 ottobre all'Oratorio di Santa Chiara, a Palermo, la mostra “Voglio il mio mare”, frutto di un progetto partecipato sperimentale, ideato dall’architetto Angelo Dolcemascolo
di Redazione
27 Ottobre 2018
Un’imbarcazione su cui hanno viaggiato i migranti diventa materia prima da cui sono stati realizzati dei piccoli manufatti di design. Adesso saranno in mostra, all’Oratorio di Santa Chiara, a Palermo, dove domenica 28 ottobre, alle 18, si inaugura “Voglio il mio mare”, frutto di un progetto di design partecipato sperimentale, ideato dall’architetto Angelo Dolcemascolo, al quale hanno partecipato gli studenti del Laboratorio di Disegno Industriale I del professore Angelo Pantina dell’Università degli Studi di Palermo, con il contributo degli studenti con disabilità dell’istituto “Majorana” di Palermo.La mostra, ad ingresso gratuito, aprirà al pubblico dal 29 ottobre al 2 novembre e, oltre a presentare alcuni oggetti progettati e realizzati da Angelo Dolcemascolo, esporrà una serie di prototipi autocostruiti dagli studenti universitari, realizzati con i materiale proveniente dall’imbarcazione egiziana Retag SZ-860, utilizzata per il trasporto dei migranti. La produzione, in piccola serie, di alcuni progetti degli studenti è stata affidata alla struttura della Comunità “Missione di Speranza e Carità” di Biagio Conte, ed è riservata a un crowdfunding on-line per la raccolta di fondi, da destinare al finanziamento di un’imbarcazione, progettata nello studio degli architetti Benedetto Inzerillo e Attilio Albeggiani, su iniziativa del Presidente dell’associazione Sant’Erasmo Nautilus. Il nome di questo progetto è “Il mare per tutti”, e si propone di favorire ai disabili l’accesso al mare per brevi escursioni giornaliere. Il documentarista Luca Capponi ha invece effettuato le riprese per produrre un documentario che racconti l’evolversi dell’intero progetto.Indispensabile al progetto è stata la partecipazione del medico ed esperto velista Gianluca Giorgi che, in poche lezioni, ha trasmesso i fondamenti dell’arte marinaresca agli studenti e agli alunni liceali con handicap, stimolando loro lo sviluppo di competenze specifiche, ed una partecipazione attiva e complementare al lavoro progettuale degli studenti universitari della scuola di design che, in alcuni dei loro progetti, si sono avvalsi di questo prezioso contributo. Nella realizzazione di queste opere, all’uso di collanti artificiali e chiodi, presenti nei frammenti dei materiali, sono state sostituite le corde, come elemento di chiusura che, oltre a decorare i manufatti, sono volti alla salvaguardia dell’ambiente.
“La fusione e l’accettazione della cultura dell’altro, – commenta l’architetto Angelo Dolcemascolo – viene qui portata all’interno della propria, così questa integrazione dà un nuovo prodotto che nasce da questa collaborazione. Per dare quindi vita ad una nuova espressione culturale, è giusto che si abbiano dei riferimenti esterni, e non chiudersi in se stessi, perchè la cultura cresce, ma necessita di stimoli esterni, ovvero si sviluppa con l’altro”.L’iniziativa è promossa dall’Università degli Studi di Palermo, dall’associazione Sant’Erasmo Nautilus Onlus di Palermo col suo Presidente Santi Gatto, e vede la partecipazione del documentarista Luca Capponi; inoltre, è inserita nel programma di I-Design, manifestazione a cura di Daniela Brignone, a Palermo dal 25 ottobre al 4 novembre, quest’anno patrocinato da Manifesta 12.