Un’esperienza unica, suggestiva, in ogni caso affascinante: visitare la cripta del Convento dei Cappuccini vuol dire calarsi in un mondo altro, dove governano regole precise, e il culto della morte la fa da padrone. Il Museo delle Mummie, inaugurato vent’anni fa dal Comune, ospita circa 50 corpi mummificati di burgitani vissuti tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, con i loro corredi funebri (monili e tessuti pregiati, scapolari a cappelli, scarpe, calze e altri piccoli oggetti). Il convento di Burgio fu costruito tra il 1634 e il 1647, seguendo il modello di Antonio da Pordenone: chiesa a navata unica, coperta a capanna, con un singolare sistema di capriate in muratura che poggiano sulla volta, permettendo al tetto di reggersi. Il prospetto è semplice, con un piccolo campanile a vela, fuori dal centro storico. La cripta si trova a sinistra della navata, suddivisa in piccole nicchie che ospitano una cinquantina di mummie di religiosi e benefattori – una delle raccolte più numerose e meglio conservate della Sicilia – mentre sulla destra ci sono le celle del convento a due elevazioni. I frati cappuccini, in passato, avevano affinato le tecniche di mummificazione: i cadaveri venivano spogliati e depurati dagli organi interni; poi i corpi venivano fatti espurgare per un anno su appositi colatoi e successivamente essiccati, ripuliti, profumati con unguenti aromatici, e riempiti con stoppia, tenuti in piedi con bastoni. Ogni cadavere riprendeva forma attraverso i vestiti scelti dalle rispettive famiglie, poi sistemato nelle nicchie della cripta o dentro casse di legno, talvolta accanto ad altri membri della stessa famiglia.
Date disponibili
11
Maggio 2025
dalle 10:30 alle 12:00
dalle 16:00 alle 18:00
Durata
30 minuti
Contributo
3euro
Non accessibile ai disabili
Cinquanta mummie raccontano la loro storia