È nata in Sicilia una sede dell’Ismed
L'istituto del Cnr sarà ospitato all'interno del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Lumsa di Palermo. Si occuperà di patrimonio ambientale e culturale, crescita scientifica e tecnologica
di Maria Laura Crescimanno
15 Gennaio 2020
Il Consiglio nazionale delle ricerche potenzia il suo ruolo sui temi e sulle emergenze socio-economiche che riguardano le sfide future del bacino del Mediterraneo. Presentata a Palermo questa mattina la nuova sede dell’Ismed per la Sicilia, che sarà ospitata all’interno del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Lumsa di Palermo.
L’Istituto di Studi per il Mediterraneo con sede a Napoli esiste già da molti anni, ma solo dal 2000 ha unificato i suoi diversi indirizzi di ricerca – ha spiegato la direttrice Paola Avallone – ed ha realizzato lo sforzo di riunire i ricercatori verso un’attività multidisciplinare, che riguardasse tutte le aree di interesse della realtà mediterranea, molto cambiata nel frattempo dal Trattato di Barcellona. Oggi i campi di interesse della ricerca di Ismed vanno dal patrimonio ambientale e culturale, alla mobilità di uomini e di idee e merci, alla crescita scientifica e tecnologica, alle sfide crescenti dell’emigrazione e dello sviluppo sostenibile. Solo la scienza e la ricerca possono fornire le basi per nuove politiche al servizio delle future emergenze sociali ed ambientali. Il nuovo centro di Palermo sarà un think-tank per alimentare nuove sinergie di ricerca, accrescendo le conoscenze e creando nuove opportunità di sviluppo per i giovani”.Con i suoi circa 200 ricercatori divisi tra le sedi di Napoli e Palermo, il Cnr adesso guarderà ad intercettare nuovi fondi per la ricerca, creando opportunità per gli aspiranti ricercatori dei paesi che si affacciano sul bacino, con progetti e bandi di prossima pubblicazione a regia europea e nazionale, ha spiegato il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Massimo Inguscio. “Il Cnr è già impegnato in studi avanzati in Sicilia, – ha sottolineato – penso al settore del mare e della blu economy di Capo Granitola, o del patrimonio culturale ed archeologico a Catania. Lo scopo della nuova sinergia tra Napoli, Palermo e l’università Lumsa, sarà quello di potenziare la ricerca e l’alta formazione con progetti di dottorati che riguarderanno gli spetti socio economici del Mediterraneo”.I dati sul futuro che si delinea per i paesi euromediterranei, come illustrato dall’economista di Ismed, Salvatore Capasso di Napoli, non sembrano affatto confortanti: “Le stime ci dicono che tra vent’anni nel Mediterraneo ci saranno 85 milioni di persone in più, a seguito dei nuovi fenomeni di mobilità. Raffrontando la situazione socio-economica degli ultimi vent’anni, l’Italia e la Grecia sono il fanalino di coda. Siamo ultimi o quasi, insieme alla Grecia ed al Libano, per disoccupazione giovanile che si assesta al 31 per cento, per decremento demografico e per crescita del pil. Ormai, la divisione tra paesi della sponda sud e nord, così come era stata delineata sino ad oggi, appare superata. Si profila un nuovo sviluppo dei paesi dell’ est del Mediterraneo, tra cui è l’Albania a fare da capofila nel settore economico, con incrementi del 53 per cento del pil per abitante, mentre Israele e Giordania trainano l’incremento delle nascite, risultando tra i paesi più popolosi. In Italia, su 100 abitanti, solo 13 sono bambini al di sotto dei 10 anni”.