Il pianista siciliano che incanta chi fugge dalla guerra
Nato in Germania ma originario di Caltanissetta, Davide Martello gira l’Europa con il suo pianoforte nei luoghi più a rischio. In questi giorni suona per i profughi al confine tra Polonia e Ucraina
di Giulio Giallombardo
10 Marzo 2022
Giulio GiallombardoUna musica che lenisce il dolore. L’incanto delle note contro il fragore delle armi per abbracciare chi fugge dalle bombe. Con il suo pianoforte della pace, con tanto di simbolo impresso sopra, Davide Martello, tedesco ma siciliano di origine, va in giro per il mondo nei luoghi più a rischio. Il palcoscenico di questi giorni è Medyka, città polacca al confine con l’Ucraina, dove il pianista si esibisce per i profughi.“Sto incontrando tanta gente che si ferma ad ascoltarmi – racconta Davide a Le Vie dei Tesori – . Una maestra di pianoforte ucraina si è seduta alla tastiera al posto mio, suonando ‘We are the champions’ mentre io le reggevo il cellulare dove leggeva gli spartiti. Durante una nevicata, una donna anziana si è avvicinata e mi ha coperto le spalle mentre suonavo. Piccoli gesti che ti riempiono l’anima e che resteranno sempre impressi nella mia memoria. Ogni giorno vedo tanta gente disperata che attraversa il confine con lunghe code di auto alla dogana”.
Qualche giorno fa, Davide era a Leopoli, città ucraina a pochi chilometri dalla Polonia, dove si fanno le file per imbracciare le armi, aspettando il peggio. “Mi hanno colpito i check-point per le strade, in entrata e uscita dalla città, con sbarramenti e sacchi di sabbia – dice Davide – . C’è molta paura e tensione tra la gente, ho suonato un po’, poi ho capito che era meglio andare via. Al confine con la Polonia c’erano 15 chilometri di code, dunque ho preferito attraversare il confine con l’Ungheria”. Così, il musicista è tornato in Polonia dove si trova tuttora.Si esibisce con un pianoforte, ricostruito e attrezzato per affrontare i lunghi viaggi. All’interno, in realtà, c’è una tastiera elettronica con amplificatori, che rende lo strumento più leggero da trasportare. Il repertorio spazia dai Beatles, con i classici “Imagine” e “Let it be”, a “Bella Ciao”, a “Hallelujah” di Leonard Cohen; brani che tutti conoscono: “Scelgo canzoni che possono coinvolgere chi mi ascolta, così da entrare subito in contatto con loro e regalare qualche minuto di serenità”, dice Davide.Il suo primo incontro con il pianoforte avviene a 9 anni, quando inizia con le lezioni private e da allora non ha mai smesso di suonare. Vive in Baviera, nella Foresta Nera, dove è arrivato con i genitori che hanno lasciato Caltanissetta negli anni ’60. Il padre aveva un negozio di alimentari in città, la madre faceva la sarta, ma i due decidono di partire per la Germania in cerca di un lavoro più redditizio. “Lavoravo come parrucchiere, ma ho deciso di cambiare vita quando una decina di anni fa, a Berlino, mi accorsi di guadagnare di più dai miei concerti di strada”.Così, grazie a un cliente amico di un generale tedesco, Davide vola in Afghanistan nel 2012 dove suona per l’esercito. Poi è un susseguirsi di viaggi tra le emergenze: nel 2013 è a Istanbul, durante le proteste di Gezi Park e l’anno successivo a Donetsk, il capoluogo di una delle due repubbliche autoproclamate del Donbass, dove la guerra tra Ucraina e Russa è cominciata. Poi nel 2015 si è esibito a Parigi, dopo gli attentati alla sede di Charlie Hebdo e al Bataclan, e poi ancora concerti in giro per l’Europa, tra Scandinavia, Irlanda, Belgio, Olanda e il Baltico, fino agli Stati Uniti, da New Orleans a Minneapolis.Dal suo taccuino di viaggio manca l’Italia e soprattutto la Sicilia, dove Davide non si è mai esibito, pur essendo tornato a Caltanissetta di tanto in tanto insieme ai genitori. “Ho fatto solo un concerto a Trieste, con un altro tentativo a Milano, ma interrotto sul nascere – racconta Davide – . Mi piacerebbe un giorno potermi esibire anche in Sicilia, spero ci sia l’occasione per farlo. La musica ormai è diventata la mia professione, taglio i capelli solo alla mia famiglia, ma forbice e pettine sono sempre con me”.