Il Teatro marmoreo e l’equivoco dei due re

Il monumento in origine celebrava Filippo IV, ma dopo il 1848 venne scolpita un'altra statua che ancora oggi viene erroneamente associata a Filippo V

di Emanuele Drago

12 Giugno 2019

La storia della statua che fa bella mostra dal versante sinistro del piano del Palazzo Reale di Palermo, ancora oggi si fonda su un grande equivoco. Stiamo ovviamente parlando della macchina marmorea che celebra la grandiosidad spagnola e che probabilmente, in un luogo meno defilato e più angusto accrescerebbe notevolmente il proprio fascino. La macchina in origine celebrava il sovrano Filippo IV, la cui statua era completamente in bronzo. Ma più che la statua, ciò che rese grande l’impianto architettonico, noto anche come teatro marmoreo, furono il piedistallo e i quattro personaggi che la attorniavano, e ancora l’attorniano, in posizione genuflessa.

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Ritratto di Filippo IV

Se sulle quattro facce del piedistallo vi sono rappresentate l’Africa, l’Asia, l’America e l’Europa, ovvero le quattro parti del mondo conquistate dall’allora impero su cui non tramontava mai il sole, le figure genuflesse invece non rappresentano altro che il re di Granada, Moamad Babdelin, il re di Mauritania, Tremiser, il generale dei Cacicchi, Capoulicano, e il tiranno del Mindanao di nome Carralat. A quanto pare, dopo i moti del 1848, la statua in bronzo venne completamente distrutta, tant’è che la municipalità affidò allo scultore Nunzio Morello la realizzazione di una nuova statua completamente in marmo. Una statua che non si sa per quale strano motivo venne identificata come la statua di Filippo V.
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Ritratto di Filippo V

Ora, da un’attenta analisi della fisionomia del volto del sovrano spagnolo, appare evidente che in realtà più che esservi stato scolpito Filippo V, vi sia scolpito invece Filippo IV. D’altronde, questa tesi sembra essere confermata dall’altra statua di Filippo IV che si staglia sulla nicchia del cantone di Sant’Agata, ai Quattro Canti di città. Infatti, se si mettono a confronto le due statue con il ritratto del sovrano asburgico, si noterà che la foggia dei capelli e la forma dei baffi sono identiche e che nulla hanno a che fare con il volto di Filippo V d’Orleans.
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Statua di Filippo IV ai Quattro Canti

In questa diatriba è la stessa storia che in qualche modo ci viene in aiuto. Infatti, la guerra di successione spagnola, causata dalla morte senza eredi dell’ultimo re di Spagna Carlo II, e il successivo Trattato dell’Aja, sanciva la fine di un tormentato interregno che vide a capo gli invisi spagnoli filofrancesi (il designato sovrano Filippo V era infatti il nipote di Luigi XIV, quindi non solo un Orleans, ma anche il primo sovrano Borbone). In questo precario quindicennio dell’inizio del Settecento, per una dominazione che non lasciò nulla di significativo a Palermo, è davvero difficile immaginare che potesse essere issata una statua dedicata a Filippo V. D’altronde, a comprovare ciò vi furono i successivi eventi; ovvero, la repentina cessione, pattuita all’interno del trattato dell’Aja, della Sicilia ai Savoia.
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Statua di Filippo IV scambiata per Filippo V

Ma perché molti libri continuano a indicare la statua del piano del Palazzo Reale come quella di Filippo V d’Orleans? Potremmo azzardate il fatto che si sia trattato di un semplice errore di copiatura di fonti errate, magari non supportata da una attenta verifica dei tratti somatici e della fisionomia espressa dalle stesse opere artistiche. Insomma, una copiatura fondata sull’esclusivo principio di autorità a cui si sono richiamati molti storici. Non vi è dubbio che colui a cui venne commissionata l’opera, ovvero lo scultore Nunzio Morello, sapesse benissimo che si trattava del volto di Filippo IV (egli si richiamò al Filippo seicentesco dei Quattro Canti) ragion per cui l’errore va addebitato ad alcuni storici del tempo. Forse una epigrafe posta ai piedi della grande macchina marmorea avrebbe diradato ogni dubbio.*Docente e scrittore