◉ PALERMO

In vendita Villa Bonocore Maletto, gioiello barocco nella Piana dei Colli

Passata di mano in mano tra nobili famiglie, fu restaurata negli anni '90 dopo decenni di abbandono e trasformata in residenza alberghiera di lusso. Oggi una delle più belle dimore settecentesche di Palermo, è in vendita al prezzo di 5,2 milioni di euro

di Giulio Giallombardo

18 Giugno 2025

È una delle più belle ville dei Colli di Palermo, trasformata in albergo di lusso in anni recenti e adesso in attesa di nuovi proprietari. Villa Bonocore Maletto, imponente dimora settecentesca sottoposta a vincolo della Soprintendenza, è stata messa in vendita al prezzo di 5,2 milioni di euro. L’annuncio è stato pubblicato sul portale di Sotheby’s International Realty, tra le più importanti società immobiliari del lusso. L’immobile, che si sviluppa su una superficie coperta di 2.500 metri quadrati, con 15 camere e 20 bagni, sorge nella storica contrada dei Colli e rappresenta una delle più significative testimonianze del barocco siciliano. Incluso nella vendita il giardino storico che si sviluppa su oltre 9.000 metri quadrati, dove sono custodite centinaia di specie botaniche.

“La villa – si legge nell’annuncio di vendita – si sviluppa su due livelli principali: al piano terra si trovano una raffinata hall di ingresso con area accoglienza e saletta bar, 15 camere da letto con vista sul giardino, ognuna dotata di bagno en suite, e un moderno centro benessere completo di sauna, bagno turco, cinque sale massaggi, cascate di ghiaccio e area relax. All’esterno, una piscina con idromassaggio completa la villa offrendo tutti i comfort”.

Una storia che attraversa tre secoli

Le origini della villa risalgono al primo Settecento, come documentato dal Marchese di Villabianca nelle sue cronache. Costruita attorno al 1730 su terreni originariamente appartenuti alla famiglia Catalano, la proprietà venne acquisita nel dicembre 1719 da Muzio Spadafora e Branciforte, principe di Maletto. Questo passaggio di proprietà segnò l’inizio di una lunga successione nobiliare che avrebbe caratterizzato la storia dell’edificio.

Nel febbraio 1723, alla morte del principe, la villa passò al figlio primogenito Domenico. Successivamente, nel 1738, divenne proprietà di Anna Maria Gaetani e Gravina, madre di Domenico. Fu sotto la sua gestione che la dimora subì importanti interventi architettonici nel 1736, diretti dall’architetto Nicolò Palma. Questi lavori interessarono non solo la struttura principale, ma anche la cappella, la cavallerizza, i magazzini e il parco retrostante.

L’evoluzione architettonica

L’ingresso di Villa Bonocore Maletto

Tra il 1739 e il 1740 venne realizzato lo scenografico scalone esterno, costruito con la caratteristica pietra di Monte Gallo. Questo elemento architettonico, ancora oggi perfettamente conservato, è considerato tra i più pregevoli esempi del genere nell’intero agro palermitano. Alla morte di Anna Maria Gaetani nel 1768, la villa passò in eredità ai figli, che si dedicarono particolarmente alla cura e all’ampliamento del giardino. Nel corso dell’Ottocento, la proprietà cambiò nuovamente destinazione. Nel 1842 risultava appartenere a Domenico Spatafora e Colonna, principe di Maletto, per poi passare alla famiglia Bonocore, da cui prese l’attuale nome. Un ulteriore cambio di proprietà si verificò nel 1903, quando la villa venne acquistata dagli Amari, conti di Sant’Adriano.

Il periodo degli Amari, il declino e la rinascita

Con l’arrivo dei nuovi proprietari, la villa visse un’epoca di particolare vivacità. Il conte Gabriele Amari, sposatosi nel 1906 con la marchesa Michelina Arezzo di Celano, scelse la dimora come residenza estiva alternandola con il palazzo Torrebruna in via Agrigento a Palermo. Questo periodo rappresentò l’ultima grande stagione di splendore per la proprietà. Alla morte del conte nel 1952, iniziò un lento declino, fino a quando nel 1991 l’imprenditore Renato Barraja acquistò la proprietà, avviando un imponente lavoro di restauro che avrebbe ridato lustro all’intero complesso, trasformandolo in un resort di lusso attivo fino a pochi anni fa.

Il ricordo di chi ha vissuto nella villa

Tra le testimonianze di chi ha trascorso parte della propria giovinezza nella villa, quella di Maria Arezzo di Trifiletti, nipote dell’ultima proprietaria Amari. “Questa villa, quando fu acquistata dai Barraja, si chiamava ancora Villa Amari, – scrive su Facebook – apparteneva a mia nonna Michelina Arezzo, sposata con nonno Gabriele Amari e lì abitai fino al 1968 insieme ad una scatenata banda di cugini. Se il Paradiso esiste, ha sicuramente il rigoglio, la bellezza ed il profumo del vecchio giardino di Villa Amari. Per me è il luogo di un’infanzia libera, piena di animali, di piante e di cielo. Poi ci trasferimmo in città, in una gran bella casa, ma ci misi anni ad abituarmi. Avevo perduto il mio paradiso, la nonna e le estati terse e fresche sotto gli alberi. Ringrazio Dio di aver avuto per caso questo privilegio, ma il dolore, il rimpianto sono grandi”.