Le alghe dell’Orto Botanico diventano un erbario artistico

La poetessa Tiziana Cera Rosco svela la seconda tappa del suo progetto maturato durante la residenza nello storico polmone verde di Palermo

di Marco Russo

12 Aprile 2022

Un percorso artistico maturato tra il verde dell’Orto Botanico di Palermo. Raccogliendo le alghe del grande aquarium, lasciandole asciugare, pulendole e lavorandole come un tessuto. Da quattro mesi l’artista e poetessa Tiziana Cera Rosco, ha trasferito il suo studio nella Casa del Papiro ed è pronta a svelare la seconda esposizione della sua residenza nello storico giardino palermitano. La mostra “Erbario dell’Emersione”, che si inaugura martedì 12 aprile, è un’installazione di 490 pezzi e una “sindone” che allude alla resurrezione pasquale.

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Alghe stese ad asciugare

Se la prima tappa della residenza si chiamava “Naufragio” ed era un lavoro pieno di lenzuola che richiamano l’idea del sudario e aprono una riflessione sulla scrittura, che non riesce a realizzarsi in segno e naufraga in un atto mancato, con “Erbario dell’Emersione” il movimento è quello del “lasciar affiorare un’immagine proprio da quell’inabissamento”. L’artista che da sempre lavora con un’idea di corpo da resuscitare, che sia il suo o quello che la tradizione cristiana, presenterà anche una performance che si terrà nello studio vicino all’aquarium, venerdì 15 aprile, con una lettura pubblica del Commento alle Ultime Sette Parole di Gesù sulla Croce.
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Tiziana Cera Rosco

“La ragione della scelta delle alghe come materiale di eccellenza – spiega la curatrice della mostra Cristina Costanzo – riguarda un’immagine che l’artista ha visto affiorare proprio mentre passeggiava al bordo dell’acqua: un volto che emergeva dal movimento sotterraneo delle alghe, un volto che era difficile definire”.
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Alghe dell’Orto Botanico

Da qui, è nato un processo artistico che ha fissato queste immagini riemerse in 490 piccoli frammenti di alghe su carta. “Il numero scelto non è casuale – sottolinea ancora la curatrice – . Nel Vangelo viene chiesto a Gesù quante volte bisogna perdonare e la sua risposta del 70 volte 7 (il 490 appunto) è un modo per nominare l’innumerevole. Questo numero è cosi diventato un’unita di lavoro che in lei è sempre ben presente. L’Erbario dell’Emersione si è composto cosi nei giorni, come un calendario di avvento della Resurrezione”.
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PIccole “sindoni”

“La parte che lo completa – conclude Costanzo – ossia quella da cui deriva, è la grande immagine che troviamo erigersi in verticale e da cui in realtà tutte le altre discendono: una forma di sindone vegetale, composta anche lei da 490 piccoli pezzi di alga che insieme tengono una forma di apparizione del volto proprio sulle stesse lenzuola del lavoro di Naufragio”. Il lavoro comprende anche 70 ex voto vegetali, collegati ad un’immagine che è un calco di gesso del viso dell’artista tenuto “in vita” proprio dalla capillarità dell’elemento verde che richiama l’immagine del sangue che tiene in vita i corpi, “come una linfa verde che sostiene le nostre preghiere”.La mostra, organizzata dal Simua, Sistema Museale di Ateneo, dell’Università degli Studi di Palermo, è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 18 fino al prossimo 18 aprile.