Quando la cultura viaggia sui social

Nati come semplici aggregatori di post, alcuni gruppi su Facebook si sono trasformati in punti di riferimento, non soltanto virtuali, per la comunità. Dai libri da scoprire ai monumenti abbandonati, dalle foto d'epoca alle passeggiate tematiche

di Giulio Giallombardo

8 Novembre 2018

Sono i cenacoli del web 2.0. Naturali evoluzioni dei primi forum di discussione apparsi con l’avvento di internet. Sono figli dei social network e come tali hanno ereditato pregi e difetti dai loro genitori. Nati quasi per gioco, ci sono gruppi su Facebook che ormai stanno diventando grandi e fanno sul serio. Impegnati su più fronti, dall’ambiente alla sanità, dall’arte alla cultura, è forse su quest’ultima che hanno scommesso di più, almeno alcuni tra quelli più attivi nel panorama palermitano e siciliano in genere.Sono diventati, da semplici aggregatori di post condivisi, veri e propri punti di riferimento per una comunità virtuale, ma, al tempo stesso, presente concretamente sul territorio. Strumenti di cittadinanza attiva e partecipazione, dai gruppi vengono fuori denunce, proposte, idee e confronti che – in certi casi – lasciano il segno nella vita reale. In altri casi, invece, restano solo suggestioni e condivisioni nel cyber spazio, ma che arricchiscono culturalmente la comunità che ne fa parte.

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Giuseppe Mazzola

Tra i gruppi più attivi nel territorio palermitano, c’è senza dubbio “I monumenti abbandonati di Palermo”, creato nel 2012 dall’ingegnere e fotoreporter Giuseppe Mazzola. L’obiettivo del gruppo, che conta attualmente oltre 18mila membri, è tutto contenuto nel nome: far conoscere la storia dei monumenti della città, con un occhio di riguardo a quelli abbandonati, dimenticati o meno noti. Dalle segnalazioni dei membri del gruppo è nata anche una vera e propria mappa in continua evoluzione, consultabile su Google Maps, con tutti i beni a rischio. “Nato come supporto alla mappa – spiega Mazzola – adesso il gruppo si è un po’ trasformato, diventando spazio di discussione sulle tradizioni, la cultura, l’arte e i monumenti della città, senza dimenticare la mission iniziale, ovvero raccontare la storia di quelli meno conosciuti”.Obiettivo simile anche quello di “Palermo nascosta”, gruppo creato dallo scrittore e operatore turistico Fabio Ceraulo nel 2010, che adesso ha superato i 5mila membri. Anche in questo caso lo scopo è di promuovere e far conoscere luoghi, storia e arte della città. “Fino a poco tempo fa – ricorda Ceraulo – abbiamo organizzato attraverso il gruppo anche vere e proprie passeggiate gratuite e fruibili a tutti, nel cuore del centro storico, ognuna con un tema specifico. Questo è stato il nostro fiore all’occhiello”.
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Fabio Ceraulo

Di seguaci ne ha, invece, ben 67mila il gruppo “Palermo di una volta”, creato da Piero Carramusa nel 2008 e dedicato, come intuibile dal nome, alle bellezze scomparse del capoluogo siciliano. “Quanti di voi sanno come era la nostra città una volta? Probabilmente pochi – scrive Carramusa nella presentazione del gruppo – . Io sono nato negli anni ’70, quindi ho vissuto, anche se ero adolescente, la grande trasformazione che Palermo ha subito dagli anni 60 ai primi anni 90. Questo gruppo è nato dalla mia personale, e spero di molti altri, voglia di rivivere attraverso immagini, video, ricordi, racconti, quello che fu della bella Palermo”. La pagina è, infatti, una carrellata di foto d’epoca, che raccontano luoghi e scorci di città come non l’abbiamo mai vista.Più a carattere regionale, invece, il recente “Sicilia e sicilitudine”, nato a giugno dell’anno scorso e che ha raggiunto quasi 8mila membri. “Siciliando”, invece, ne ha più di 60mila, e dal gruppo è nata anche un’associazione culturale guidata da Vincenzo Perricone. “Siciliando vuole promuovere la sicilianità nel mondo, creando quel clima e quell’entusiasmo che è il sale di ogni iniziativa del gruppo e dell’associazione: aumentare l’attaccamento alla nostra terra”, si legge sul sito internet dell’associazione, che organizza anche eventi e corsi di fotografia, cinema e inglese.
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Angelo Di Liberto

Chiudono la nostra carrellata, certamente non completa di tutto quello che offre il web, i quasi ventimila membri di “Billy, il vizio di leggere – il gruppo”, che condivide solo il nome con la rubrica del Tg1. La pagina è stata creata nel 2011 dallo scrittore palermitano Angelo Di Liberto ed è diventata una delle community più attive e prolifiche sui libri e la lettura. A partire da “Modus Legendi”, il concorso letterario dedicato all’editoria indipendente, al recente progetto “Billy e la scuola”, che coinvolge alunni e docenti in incontri di lettura con i membri del gruppo su Facebook. “Il nostro scopo – spiega Di Liberto – è educare alla lettura consapevole e fare in modo che i lettori si abituino al riconoscimento della qualità”.