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Roberto Bilotti ricorda Ala Marinetti, ultima figlia del Futurismo

Recentemente scomparsa la secondogenita di Filippo Tommaso Marinetti e della pittrice e scenografa Benedetta Cappa, che realizzò il ciclo decorativo della Sala delle conferenze del Palazzo delle Poste centrali di Palermo. Il mecenate e collezionista romano: “Raffinata intellettuale icona di stile”

di Redazione

22 Aprile 2024

Era l’ultima figlia di Filippo Tommaso Marinetti ancora in vita. La scomparsa di Ala Marinetti, 95 anni secondogenita del padre del Futurismo e della pittrice e scenografa Benedetta Cappa, ha lasciato un vuoto nel mondo della cultura. Alla madre di Ala fu affidato l’intero ciclo decorativo della Sala delle conferenze del Palazzo delle Poste centrali di Palermo, cinque pannelli su tela raffiguranti le comunicazioni terrestri, marine, aeree, telegrafiche e radiofoniche. Ala Marinetti era stata a Palermo con la madre quando lavorava al Palazzo delle Poste, ed è tornata nel capoluogo alcuni anni fa per una mostra sul Futurismo siciliano curata da Anna Maria Ruta.

Pubblichiamo il ricordo del mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, a Palermo proprietario dei palazzi Costantino e Di Napoli (uno dei Quattro Canti) e di Palazzo Oneto di Sperlinga.

Ala con la madre Benedetta Cappa

Nella basilica di Santa Maria in Aracoeli, sul colle del Campidoglio, che nel 1954 l’aveva vista sposa, tra le architetture gotiche che sorgono      sul tempio di Giunone Ammonitrice coperte da pitture e sculture, tra tanta arte e creatività che l’hanno accompagnata nella sua vita, sotto le molte ali dei serafini nei cassettoni del soffitto, l’ultimo saluto ad Ala Marinetti.

Se ne è andata tre giorni dopo la trasmissione “F.T. Marinetti” su Rai 3 dove era apparsa in un documento della Rai, nella seconda puntata di “Inimitabili” in onda la sera della domenica di Pasqua seduta accanto alla mamma, l’artista Benedetta Cappa.  Ala appare di grande fascinosa bellezza in un tailleur scozzese dalla classe senza tempo. Bionda, snella, di un’eleganza innata, raffinata intellettuale piena di vita, un’icona di stile altera ed eterea, semplicemente straordinaria.

Palazzo delle Poste, gli affreschi di Benedetta Cappa nella Sala delle conferenze (foto Davide Mauro, licenza CC BY-SA 4.0)

Ala, il volo, il suo nome futurista racchiude gli ideali dei genitori che divennero i suoi: libertà, dinamismo, velocità ed ottimismo che la facevano guardare al futuro vivendo il lato positivo delle cose.  Creatività, fantasia, talento e inventiva sono stati il clima nel quale era nata e vissuta.  Il suo nome è evocativo della declinazione pittorica del Futurismo come espressione del mito della modernità vissuto dal movimento marinettiano. L’entusiasmo per il volo simboleggiato dall’ala è codificato nel Manifesto dell’Aeropittura futurista, pubblicato nel 1929 firmato da entrambi i genitori Filippo Tommaso e Benedetta, un desiderio prepotente di vivere le forze dell’idealismo cosmico, il carattere meccanico e dinamico dell’aviazione e le forme di lirismo fantastico, naturalistico e spiritualistico ispirate al volo.

Ala Marinetti e Roberto Bilotti

Se ne è andata sei mesi prima della grande mostra che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dedicherà al Futurismo, il movimento culturale, artistico, letterario e musicale italiano dell’inizio del Ventesimo secolo nonché una delle prime avanguardie europee. Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi d’Europa negli Stati Uniti d’America e in Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione:  pittura, scultura, letteratura, poesia, teatro, musica, architettura, danza, fotografia, cinema, gastronomia, animati e codificati da Filippo Tomaso Marinetti.  “Il Tempo del Futurismo. 1909-2024” la mostra in programma da ottobre 2024 a febbraio 2025 si propone di rileggere i principali artisti futuristi Balla, Boccioni, Carrà, Severini, Russolo insieme agli altri esponenti e soprattutto agli animatori Filippo Tommaso e Benedetta con il supporto scientifico di Ala e degli eredi Marinetti.

Ala, nata in casa, accanto al dipinto di Umberto Boccioni “Dinamismo di un footballer” di Boccioni,  un calciatore che si smaterializza in un’atmosfera luminosa e guizzante, ha avuto un nome dedicato all’amore che il padre del Futurismo nutriva per il volo e la libertà.