“Scollamenti temporali”, le donne del Pagliarelli diventano artiste

In mostra nella sede dell'Ordine degli architetti di Palermo, collage creati durante un workshop nella casa circondariale. Il progetto fa parte delle #Anteprime di I-design 2018

di Redazione

16 Ottobre 2018

Collage d’arte creati durante un workshop con alcune detenute del carcere Pagliarelli ed esposti dal 15 al 20 ottobre alla sede dell’Ordine degli Architetti di Palermo, promotore dell’iniziativa insieme all’associazione I-design. Il progetto fa parte delle #Anteprime di I-design 2018, la più famosa e longeva manifestazione del Sud Italia dedicata al design e curata da Daniela Brignone, inserita quest’anno tra gli eventi collaterali di Manifesta 12 e nel calendario di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.La mostra si intitola “Scollamenti temporali. Relazioni impreviste tra arte e moda” e propone a Palermo l’idea realizzata dal noto designer milanese Giulio Ceppi all’ultima Triennale di Milano. Curatore del workshop e della mostra, Fortunato D’Amico.Il progetto consiste nella creazione partecipata di collage che miscelano due tipologie di materiali: riproduzioni di opere d’arte del passato (preferibilmente di artisti siciliani) e campagne pubblicitarie contemporanee. Accostamenti a prima vista improbabili trovano e generano, sorprendentemente, familiarità, dando luogo a una serie di cortocircuiti tra tradizione e attualità, tra sacro e profano, tra arte e comunicazione. L’obiettivo è la generazione di nuovi personaggi, di figure ibride che nascono dall’incontro tra tempi e luoghi diversi, ricomponendosi in nuovi corpi e sfidando ironicamente le nostre idiosincrasie e i nostri tabù.“Il lavoro del progettista, architetto e designer – afferma Ceppi – consiste sempre più nell’assemblare materiali, segni, codici, linguaggi, trovando ogni volta una nuova e diversa sintesi, originale quanto capace di produrre un senso condivisibile. Il frammento ha un grande valore in questo processo: che sia frammento fisico o intangibile, mnemonico o reale, figurativo o astratto, non importa. Sempre si tratta di una parte che avrebbe potuto forse stare per un tutto, ma che montata con altre parti diventa un nuovo tutto, ancora ignoto nel suo divenire”.Il workshop si basa come referenza su quanto prodotto ed esposto da Giulio Ceppi alla Triennale di Milano a partire da giugno 2018 e accompagnato da un catalogo per i tipi di Magonza edizioni, curato da Elisabetta Longari, docente all’Accademia di Brera di Milano, e con interventi della psicanalista Mariapia Bobbioni, del giornalista Antonio Mancinelli e dell’antropologa Simona Segre Reinach.