Tunnel sotto lo Stretto, l’alternativa al ponte
Il progetto è allo studio del governo nazionale. L’opera verrebbe realizzata in circa 5 anni, con un esborso di 1,5 miliardi di euro
di Ruggero Altavilla
11 Agosto 2020
Torna puntuale il sogno ricorrente di collegare la Sicilia al continente. Accanto al dibattito se realizzare o meno il ponte sullo Stretto, negli ultimi giorni è stata rispolverata anche l’idea di un tunnel sottomarino, di cui si era discusso diversi anni fa. Un progetto – secondo gli esperti – che sarebbe meno costoso del ponte e più sostenibile sotto il profilo ambientale, anche se non mancano le voci critiche. Così, adesso, la platea di tecnici e rappresentanti delle istituzioni si divide polemicamente tra sostenitori del ponte o del tunnel, insieme a chi pensa che non vada realizzata né l’una, né l’altra opera, per puntare invece sulla viabilità interna, migliorando strade e ferrovie siciliane.
Il tema del ponte è tornato attuale dopo le recenti dichiarazioni del premier Giuseppe Conte, che non ha escluso la possibilità di realizzare un “tunnel sottomarino” per collegare la Calabria alla Sicilia. “Ci sono miracoli di ingegneria, ne abbiamo realizzato uno a Genova – ha detto il presidente del Consiglio – e sullo Stretto dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria”. Parole che da molti vengono bollate come “boutade” estiva, ma che in realtà sono frutto di un progetto concreto a cui il governo sta pensando seriamente. Tant’è vero che è in corso l’analisi tecnica di una proposta progettuale ricevuta dal Ministero dei Trasporti guidato da Paola De Micheli.Inoltre, – si legge sull’Adnkronos – sulla scrivania del premier ci sarebbe un dossier elaborato da un gruppo di ingegneri, mentre l’intero iter progettuale viene seguito in prima persona dal viceministro alle Infrastrutture, il siciliano Giancarlo Cancelleri. “Il tunnel sottomarino è l’unica soluzione”, va ripetendo il viceministro, che sembra essersi convinto della bontà di questa soluzione. Il gruppo di lavoro, spiegano fonti governative, si è riunito all’inizio dell’anno, con qualche piccola battuta d’arresto a causa dell’emergenza Covid. Ma adesso pare si sia arrivati a un cambio di passo e l’esecutivo potrebbe riprendere in mano il dossier per dare impulso al progetto. “Quella dei tunnel sottomarini è una tecnologia utilizzata in tutto il mondo, anche in zone sismiche come il Giappone. Anche in Turchia, in zone ad alto rischio sismico, esistono tunnel di questo tipo, capaci di resistere a 7.5 gradi della scala Richter”, spiegano le stesse fonti all’Adnkronos, evidenziando come il costo dell’opera ricalchi quello dell’ipotetico ponte. Resta da sciogliere il nodo dell’impatto ambientale: Cancelleri sostiene che il progetto del tunnel subacqueo sia meno “invasivo” del ponte sullo Stretto, ma non mancano le voci critiche.Il progetto del tunnel sotto lo Stretto di Messina, all’esame dei tecnici del Mit è quello presentato da presentato a metà giugno 2017 dall’ingegnere Giovanni Saccà, quando a guidare il ministero c’era Graziano Delrio, che indicò come l’ipotesi del ponte non fosse la “principale” tra quelle da considerare per l’attraversamento dello Stretto. “Noi abbiamo oggi la possibilità e gli strumenti per mettere in atto ciò che scrisse nel 1870 l’ingegnere Albero Carlo Navone – spiega Saccà all’Agi – quando ipotizzò un tunnel sottomarino da realizzarsi tra Villa San Giovanni e Ganzirri, con una visione che, 150 anni dopo, consideriamo ancora moderna”. L’ipotesi si fonda, dal punto di vista geormorfologico, sull’esistenza, nello Stretto, della Sella tra Villa San Giovanni e la Contrada Arcieri di Messina.La Sella dello Stretto – afferma ancora Saccà all’Agi – “è a una profondità di 170 metri ed è larga 2 chilometri. Scendendo a 50 metri si può scavare un tunnel subalveo impiegando strutture offshore, piloni Gbs (Gravity-Based Structure) inseriti su un terreno che qui si trova solo a circa 100 metri sotto il livello del mare”. Quanto ai tempi di realizzazione e ai costi, il tunnel verrebbe realizzato in circa 5 anni, con un esborso di 1,5 miliardi di euro, a cui “bisognerà aggiungere il costo di tutte le opere accessorie che dovranno essere realizzate sia in Calabria sia in Sicilia (nuove stazioni eccetera) e ovviamente le opere compensative che per queste verranno richieste”.