Villa Igiea, Palme e Excelsior: hotel di lusso venduti all’asta
Simboli della Belle Ėpoque palermitana, furono meta del turismo d'élite internazionale, ospitando i protagonisti del mondo della cultura, dell'arte e della politica. Adesso le strutture ricettive sono pronte all'atteso rilancio
di Giulio Giallombardo
6 Novembre 2018
Furono gli alberghi della Belle Ėpoque palermitana, accogliendo ospiti illustri tra sfarzi e lusso. Adesso per il Grand Hotel Villa Igiea, l’Hotel delle Palme e l’Excelsior inizia un nuovo corso. Si è concluso, infatti, l’iter di vendita delle tre storiche strutture ricettive di Acqua Marcia Turismo, holding di Francesco Bellavista Caltagirone, adesso in liquidazione.Dopo la prima asta andata deserta, ad aggiudicarsi Villa Igiea, è stato il re degli hotel a 5 stelle, Rocco Forte, già proprietario in Sicilia del Verdura Resort di Sciacca, che ha chiuso l’affare con 25 milioni e 520mila euro. La trattativa di acquisto per il Grand Hotel et Des Palmes è stata conclusa dal fondo di investimento britannico Algebris per un importo di 12 milioni di euro, mentre la società Luxury Private Properties, della famiglia Giotti (già proprietaria del Des Étrangers di Siracusa), si è aggiudicata l’Excelsior per poco più di 8 milioni e 800mila euro. Advisor unico della procedura la divisione hospitality di Coldwell Banker Commercial.Così, i tre alberghi storici, che furono di proprietà del Banco di Sicilia, sono pronti all’atteso rilancio, dopo una fase recente con più ombre che luci. A partire da Villa Igiea che di luci ne ha viste tante in oltre un secolo di vita. Era il 1899 quando la famiglia Florio acquistò la neogotica villa dell’ammiraglio inglese Cecil Domville, nella borgata dell’Acquasanta, ribattezzandola Igiea, dal nome della figlia di Ignazio e Franca Florio. Nelle intenzioni degli imprenditori, il complesso sarebbe dovuto diventare un sanatorio, poi invece pensarono di farne un albergo d’élite meta del turismo europeo. Così fu inaugurato il 15 dicembre del 1900 con il nome di Grande Albergo Internazionale, dopo essere stato ampliato su progetto di Ernesto Basile che aggiunse il quarto piano. Con il declino dei Florio, l’edificio venne utilizzato come ospedale, per poi passare al Banco di Sicilia, tornando successivamente ad essere un albergo d’élite. Resta tuttora un fulgido esempio di stile liberty, a partire dalle decorazioni con figure femminili e motivi floreali che arricchiscono le pareti dei saloni, fino all’elegante giardino dai viali sinuosi che abbraccia il mare.Non meno ricca la storia dell’ottocentesco Hotel des Palmes, di via Roma, che fu la residenza di Benjamin Ingham-Withaker a partire dal 1874. Divenne albergo pochi anni dopo, quando passò a Enrico Ragusa, figlio di Salvatore, proprietario dell’Hotel Trinacria. Un tempo il prospetto principale era su via Mariano Stabile e c’era anche un grande parco oggi occupato dall’asse di via Roma. Successivamente, nel 1907, l’ingresso fu spostato dove si trova attualmente. Anche in questo caso fu Ernesto Basile che si occupò dell’ampliamento, progettando la grande hall, al posto del giardino d’inverno preesistente.Tanti gli ospiti illustri che vi hanno soggiornato, a partire da Richard Wagner che nell’albergo completò il suo Parsifal nel 1881. Lì visse fino alla morte nel 1933 anche il poeta Raymond Roussel e il vice governatore di New York, Charles Poletti, lo trasformò in quartier generale statunitense durante la seconda guerra mondiale. Nel 1882 da questo albergo Francesco Crispi impartiva lezioni di politica, mentre si ricorda ancora la cena a 12 portate, servita all’ex presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando. Guttuso e Fiume hanno donato all’hotel alcuni schizzi ora incorniciati sulle pareti, mentre nell’ottobre del 1957 si tenne l’ormai noto summit di mafia tra i capi di Cosa nostra siciliana e americana a cui partecipò, tra gli altri, anche Lucky Luciano.
Infine, chiude il trittico di alberghi storici l’Hotel Excelsior Palace, costruito nel 1891 in occasione dell’Esposizione nazionale. Arricchito dagli arredi della ditta Ducrot e chiamato inizialmente Hotel de la Paix, fu l’unico edificio a non essere demolito alla fine della mostra, mantenendo la sua funzione per molti anni. Anche qui Ernesto Basile intervenne nel 1925, dando all’edificio l’aspetto che ha attualmente. Tra gli ospiti illustri, lo scrittore Rudyard Kipling che vi soggiornò nel 1928 e il premio Pulitzer 1944 Ernest Pile. E ancora l’attore britanninco Bob Hope, che lì durante la guerra intrattenne le truppe degli Alleati con i suoi spettacoli. Nel 1972 l’edificio fu vicino alla demolizione per essere sostituito da un moderno immobile di tredici piani. Progetto per fortuna mai realizzato.