L’appello degli escursionisti siciliani: “Riaprite la natura”

Lettera delle guide naturalistiche ai vertici nazionali e regionali per chiedere di tornare al lavoro nelle aree protette

di Ruggero Altavilla

2 Maggio 2020

Tornare a passo lento tra sentieri e boschi delle aree protette siciliane, nel pieno rispetto della sicurezza. È quanto chiedono guide e associazioni ambientaliste che hanno scritto una lettera ai vertici del governo nazionale e al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, sottolineando che “l’escursionismo è molto più sicuro delle attività che stanno per riaprire, in quanto la natura assicura il distanziamento sociale, irrobustisce il sistema immunitario, decongestione le zone urbane, riavvia l’economia, dona benessere fisico e mentale”. Quando ormai la cosiddetta “fase due” è ormai alle porte, con graduali riaperture dopo che il virus ha allentato la presa, ambientalisti e escursionisti fanno sentire la loro voce.

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Escursionisti a Piano Cervi, sulle Madonie

Così, Federescursionismo Sicilia, associazione che rappresenta oltre 150 guide naturalistiche che operano in tutto il territorio siciliano, insieme a Astrid Natura e Natura Sicula, hanno lanciato un appello sottoscritto da circa sessanta guide, per chiedere di tornare al lavoro come gradualmente previsto per altre attività professionali a partire dal 4 maggio. “Purtroppo nulla è stato detto in merito alla possibilità, da parte delle guide naturalistiche, di tornare a guidare escursioni all’aperto, di condurre in siti naturali gruppi di camminatori – scrivono le guide – . Nell’immediato si tratterebbe ovviamente di un turismo di prossimità, visto che i contagi non ci consentono ancora di ipotizzare un turismo interregionale e internazionale. Opportunamente muniti di mascherina e rispettando le prescrizioni del governo, sarebbe già qualcosa per ritornare lentamente a lavorare, per tornare a guadagnare, per mantenerci in esercizio. La nostra professione infatti ha bisogno di tenere il fisico allenato, tonico, per renderlo sempre pronto ad affrontare dislivelli, sentieri scoscesi, guadi, distanze e fatiche varie. Purtroppo quasi due mesi di fermo lavorativo hanno fatto regredire le nostre prestazioni fisiche”.
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Il bosco di Costa Lunga vicino Palermo

La Sicilia – sottolineano ancora gli escursionisti – è uno dei territori più ricchi, a livello nazionale, di parchi, riserve e altre aree naturali protette, con un parco nazionale, cinque parchi regionali e 76 riserve naturali regionali. Basti pensare alle saline di Trapani, o all’Etna, o alle isole Eolie, o all’oasi di Vendicari, alle quali bisogna aggiungere anche un numero considerevole di Sic, Siti di importanza comunitaria e Zps, Zone di protezione speciale della rete Natura 2000. Dunque, un motivo in più per allentare le restrizioni anche nel settore del turismo naturalistico, diventato negli ultimi anni sempre più strategico.
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Escursione sulle Madonie

Sul rischio di contagio durante le escursioni, le guide rassicurano: “L’escursionismo è un’attività che, rispettando le prescrizioni, si può svolgere con molta più sicurezza delle altre professioni che stanno per ripartire. Si svolge in spazi aperti ove la carica virale è notoriamente più bassa e il distanziamento sociale è sempre possibile, anche oltre il metro o i due metri di cui si parla nei vari decreti. Abbiamo bisogno di ritornare a lavorare – concludono le guide naturalistiche – di riappropriarci della nostra dignità professionale, sociale e umana”.