Basole o sabbia? Il dilemma del Gattopardo viaggia sui social
Accusata di falso storico la ricostruzione della città del 1860 all’arrivo dei Mille nel set della serie Netflix, ispirata al romanzo di Tomasi di Lampedusa e al capolavoro di Luchino Visconti. Far sparire la pavimentazione del tempo viene considerato un errore, ma in alcune foto d’epoca le strade sono ricoperte di polvere e detriti
di Guido Fiorito
9 Giugno 2023
“Palermo come il Far West nella serie tv dal Gattopardo”. La polemica viaggia sui social. Sotto accusa la ricostruzione della città del 1860 all’arrivo dei Mille di Garibaldi. Una serie prodotta da Netflix e che si confronta con due capolavori ormai divenuti icone: il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il film di Luchino Visconti. La sabbia giallastra che compare nelle foto di scena della serie ai Quattro Canti, in via Maqueda e sul Cassaro fa commentare ironicamente che si attende lo sceriffo o l’arrivo degli indiani. “Mi aspetto solo la scritta Saloon”, scrive Lucia Todaro, tra le prime a sollevare il caso, sulla pagina Facebook Sicily World. “Un americanata”, “clamorosi falsi storici”, “Quattro Canti stile Kansas City”, commenta nello stesso social il giornalista Luigi Perollo.
Far scomparire la pavimentazione del tempo a basole viene considerato un errore storico e da alcuni un modo per descrivere una città come arretrata quale non era. In effetti il basolato in marmo bardiglio di Billiemi lastricava via Toledo, che sarebbe diventata poi corso Vittorio Emanuele con l’Unità d’Italia, certamente nel 1705, come indica una targa marmorea affissa a piazza Sett’Angeli. Questo per le eventuali scene pre-arrivo delle camicie rosse. Poi, la battaglia sconvolse le strade di parte del centro storico.
A sinistra Kim Rossi Stuart e Saul Nanni affacciati al balcone di Palazzo Di Napoli (foto Domenico Aronica)
La serie attuale ha realizzato riprese in parti più ampie della città. Maurizio Carta, assessore all’Urbanistica e al centro storico, ha pubblicato un post in cui si vede una foto di una scena con la sfilata dei garibaldini che avanzano in via Maqueda, davanti alla scalinata di piazza Pretoria. Solo una scritta “Palermo oggi”. Le camice rosse calpestano sabbia gialla.In particolare nella serie c’è una barricata con sacchi di sabbia all’altezza della Cattedrale. Probabilmente gli sceneggiatori si sono ispirati – come fece lo stesso Visconti – alle immagini del tempo: come si evince anche dagli scatti di Eugène Sevaistre, fotografo francese che si stabilì a Palermo nella metà dell’Ottocento, nel 1860 sono state documentate barricate di vario tipo, organizzate con sacchi di sabbia, improvvisate con botti e mobili, variegate con materiali vari, alcune volte semidistrutte e rovinate sopra la strada. Furono alzate dagli insorti e in qualche caso dai regi, come si chiamavano allora i soldati borbonici.Il Giornale di Sicilia dell’11 giugno 1860, a battaglia finita, scrive che cittadini avevano smosso “i lastricati e cosparso di barricate ogni angolo e ogni sbocco di via” e la città si mostrava come se avesse “subito un cataclisma della natura”. Se pietre furono sollevate dal pavimento, altre foto dell’epoca mostrano come le strade, in particolare via Toledo, fossero ingombre di polvere e sassi, perfino di muri crollati, ma s’intravedono anche basole sporche rimaste sul fondo stradale.A parte la libertà di espressione artistica, tutto ciò andrà valutato quando la serie tv sarà completata, le varie puntate montate e rese pubbliche. In altre foto di ripresa, il giallo del pavimento è meno evidente e vira sul grigiastro, secondo la luce e l’ora. Infine, in fase di post produzione oggi in un film si può inserire e modificare tutto. In altre scene si vedono basole ancora oggi esistenti, come quelle di truppe borboniche realizzate in piazzetta Speciale, alle spalle del San Salvatore. In ogni caso, tra chiusure al traffico, ingaggio di centinaia di comparse e polemiche, i palermitani sono pienamente coinvolti.











