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Torneranno a risplendere due palazzi storici di Messina: saranno sede del Tribunale

L’edificio dell’ex Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele, progettato da Ernesto Basile, e il vicino ex Banco di Roma, che porta la firma di Gino Peressutti, saranno restaurati per ospitare i nuovi uffici del Palagiustizia. Il progetto è del Gruppo DoWorks guidato dall’imprenditore messinese Massimo Fiore. La fine dei lavori è prevista per il 2026

di Ornella Reitano

5 Dicembre 2024

Dopo oltre trent’anni di attesa, Messina si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. Le nuove sedi, concepite per un ampliamento funzionale del Tribunale della città, saranno presto ospitate in due edifici di straordinario valore architettonico, storico e urbanistico: l’ex Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele e l’ex Direzione Provinciale del Banco di Roma. Questi palazzi torneranno al loro antico splendore grazie a un ambizioso progetto di restauro, risanamento conservativo e rifunzionalizzazione che li trasformerà in edifici strategici, sicuri, funzionali e al tempo stesso valorizzati.

Il prospetto dell’ex Sicilcassa progettato da Ernesto Basile

Messina conserva le cicatrici del devastante terremoto del 1908 che la distrusse quasi completamente. In questo contesto, il palazzo dell’ex Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele, progettato tra il 1926 e il 1928 da Ernesto Basile, emerge come un simbolo della rinascita della città. Basile, indiscusso architetto del Liberty italiano (celebre per capolavori come il Villino Florio a Palermo), non si limitò a progettare l’edificio, curò anche i dettagli interni disegnando lampadari, porte, maniglie, vetrate e arredi in legno, realizzati dall’ebanisteria palermitana Ducrot.

L’edificio progettato da Gino Peressutti che ospitava il Banco di Roma

Il cuore dell’edificio è arricchito da spettacolari vetrate liberty, caratterizzate da tonalità di verde, rosa e giallo. Una volta restaurate, torneranno a filtrare la luce naturale, trasformandola in una danza di riflessi. Queste vetrate, insieme ai capitelli decorativi e al controsoffitto in stucco, incarnano l’estetica raffinata di un’epoca in cui ogni elemento era pensato per affascinare e, spesso, stupire. Questo connubio tra architettura e design conferisce al palazzo un valore unico, rendendolo non solo un simbolo della rinascita post-terremoto di Messina, ma anche un patrimonio artistico di altissimo pregio. La sua valorizzazione rappresenta per la città un’occasione per esaltare la propria identità culturale, coniugando memoria storica e futuro.

Messina, ex banco di Roma in via Garibaldi

A pochi passi, l’ex Banco di Roma, progettato nel 1925 da Gino Peressutti, si distingue per il suo stile neoclassico. L’architetto, celebre per aver realizzato Cinecittà a Roma, regalò a Messina un edificio che celebra eleganza e funzionalità, qualità fondamentali per una città in rinascita. La pianta triangolare, collocata tra via Garibaldi e via I Settembre, racchiude un chiostro centrale che favorisce l’ingresso della luce naturale, unendo utilità e bellezza.

L’iniziativa nasce dalla volontà e determinazione dell’amministrazione pubblica comunale di Messina degli ultimi anni, unite all’impegno delle più alte funzioni del Tribunale cittadino e al dialogo costruttivo con i ministeri competenti. Il progetto di restauro è del Gruppo DoWorks, le cui società partecipate, Unire 54 e Unire 100, non solo sono proprietarie degli edifici, ma ne cureranno l’intero iter di riqualificazione.

L’imprenditore Massimo Fiore

“Restaurare questi edifici significa restituire a Messina una parte della sua anima – spiega l’amministratore delegato del Gruppo DoWorks, l’imprenditore messinese Massimo Fiore – . Non sono solo palazzi intesi come contenitori, ma rappresentano la storia e la resilienza di questa città. L’impegno maggiore e la sfida principale è preservare l’autenticità di materiali e tecniche costruttive, rimuovendo le alterazioni e superfetazioni che nel tempo ne hanno offuscato la bellezza originale”.

Gli interventi previsti, riguardano principalmente il restauro delle facciate, il recupero delle decorazioni in stucco e di tutte le rifiniture, la rifunzionalizzazione con adeguamenti normativi e adattamenti per la nuova funzione. L’obiettivo auspicato è completare i lavori entro l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel 2026, segnando non solo un miglioramento dei luoghi di lavoro per il sistema giudiziario locale, ma anche un momento storico per la città. “Pensiamo che i messinesi e i visitatori – aggiunge Fiore – potranno vivere ed ammirare la bellezza di questi luoghi assorbendone il fascino e contagiandosene. È triste privarsi delle cose belle… anche se la vera bellezza non si può nascondere”.

Si può seguire il percorso della riqualificazione attraverso le pagine social Facebook e Instagram di Unire Building, che raccontano i lavori con immagini e aggiornamenti. Quando i  restauri saranno completati, Messina non avrà solo nuove sedi istituzionali, ma anche due veri e propri monumenti che continueranno a raccontare la storia, l’orgoglio e la resilienza di una città rinata dalle sue macerie.