◉ LO STUDIO

Un pipistrello africano tra i bunker di Lampedusa:
 scoperta nuova specie per l’Europa

In un articolo pubblicato sulla rivista “Mammalian Biology”, un team di ricerca del Cnr e Nbfc ha documentato, per la prima volta in Europa, la presenza del “miniottero del Maghreb”, una specie finora considerata esclusiva del Nord Africa

di Redazione

12 Giugno 2025

Vive nascosto nei bunker della seconda guerra mondiale presenti sull’isola, tra le cavità naturali e artificiali che punteggiano il paesaggio di Lampedusa. È il “miniottero del Maghreb” (Miniopterus maghrebensis), una specie di pipistrello finora considerata esclusiva del Nord Africa e che oggi, per la prima volta, viene documentata in Europa grazie a uno studio congiunto condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dal Centro Nazionale per la Biodiversità (Nbfc). La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Mammalian Biology, è frutto del lavoro di un team interdisciplinare che ha coinvolto l’Istituto per la ricerca sulle acque (Cnr-Irsa) di Verbania, l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri (Cnr-Iret) di Firenze e lo stesso Nbfc. Lo studio è stato condotto proprio a Lampedusa, avamposto strategico tra Europa e Africa, nel cuore dello Stretto di Sicilia: una posizione che ne fa un crocevia biogeografico di grande interesse per la biodiversità.

Tecniche non invasive e indagini sul campo

Miniopterus maghrebensis (foto: Jaro Schacht)

Secondo quanto riferiscono dal Cnr, attraverso tecniche non invasive come il monitoraggio acustico automatico, l’ispezione di rifugi sotterranei e l’analisi genetica del guano, i ricercatori hanno indagato la composizione faunistica dell’isola, un territorio ancora poco studiato ma dal potenziale conservazionistico rilevante. “Le piccole isole ospitano ecosistemi fragilissimi, vulnerabili anche a minime variazioni climatiche o ambientali – spiega Fabrizio Gili, ricercatore del Cnr-Irsa – . La disponibilità di acqua, ad esempio, è un fattore essenziale per la sopravvivenza dei pipistrelli, essendo necessaria sia per l’idratazione che per la termoregolazione”.

Le indagini sul campo si sono svolte nell’ottobre 2024, con l’esplorazione di numerose cavità naturali e artificiali, inclusi i bunker bellici che abbondano sull’isola e che spesso fungono da rifugio per i chirotteri. È proprio grazie all’analisi del guano raccolto nell’area del vecchio cimitero che è stato possibile identificare geneticamente la presenza del miniottero del Maghreb, una scoperta che sposta i confini geografici conosciuti della specie e apre nuovi scenari di ricerca.

Nuove tutele grazie al Bat Agreement

“Non si tratta solo di una curiosità zoologica”, sottolinea Gili. “Il riconoscimento ufficiale del miniottero del Maghreb in territorio europeo comporta l’attivazione automatica di misure di tutela previste dal Bat Agreement, il trattato internazionale della Convenzione di Bonn che promuove la conservazione dei pipistrelli e dei loro habitat”. Con questa nuova presenza, il numero delle specie di pipistrelli tutelate in Europa salirebbe a 56.

Una comunità di pipistrelli rara e geneticamente unica

Ma non è tutto. Lo studio ha identificato almeno altre sette specie sull’isola, tra cui l’orecchione di Gaisler (Plecotus gaisleri) e il ferro di cavallo di Mehely (Rhinolophus mehelyi), entrambe specie rare e dalla distribuzione ristretta. Per ciascuna, le sequenze genetiche rinvenute corrispondono a nuovi aplotipi mitocondriali endemici, cioè unici di Lampedusa, a conferma dell’isolamento evolutivo delle popolazioni locali rispetto a quelle continentali o di altre isole.

Un patrimonio da proteggere prima che sia troppo tardi

“Questo dato rafforza l’idea che le piccole isole siano autentici scrigni di diversità genetica”, prosegue Gili. “E proprio per questo necessitano di attenzione e protezione particolari: molte delle specie che ospitano rischiano di scomparire prima ancora che ne venga compresa appieno l’esistenza e il valore ecologico”. La ricerca sottolinea quanto resti ancora da scoprire sulla chirotterofauna del bacino del Mediterraneo e quanto sia urgente intensificare gli studi sulle isole minori. Ecosistemi vulnerabili e complessi, queste isole rappresentano veri e propri laboratori naturali per la biodiversità, oggi più che mai da difendere.