◉ INNOVAZIONE

La rivoluzione di Marea con i suoi 500 pionieri per le imprese sociali siciliane

Pronte al debutto le prime tredici idee: dalla terra alla scuola, dal turismo responsabile alla democrazia partecipata. Con il programma Onda, l'ente fondato da Antonio Perdichizzi sostiene progetti che attraversano l'Isola e ne raccontano il volto più innovativo. Ma soprattutto mette a disposizione una rete di volontari di competenze che possa sostenerli

di Redazione

19 Dicembre 2025

Hanno risposto da tutto il mondo: 500 professionisti pronti a mettersi al servizio della loro Sicilia, terra di partenza per alcuni, terra di ritorno per altri, luogo del cuore per tutti. Nell’ultimo anno Fondazione Marea ha raccolto risorse economiche e competenze da una comunità di siciliani e siciliane nel mondo, dando vita a Onda, un programma di pre-incubazione per l’innovazione sociale. Su oltre 170 candidature sono stati selezionati 13 progetti, accompagnati per tre mesi in un percorso che li ha fatti crescere da idee a imprese sociali. 

Oggi queste iniziative, attive in tutta la Sicilia (in campi come agricoltura, rigenerazione urbana, inclusione, turismo), terminano il programma e sono pronte a vedere la luce.

LA STORIA. Da quando, un anno fa, Fondazione Marea ha lanciato la sua chiamata all’azione, hanno risposto più di 500 persone, ciascuno ha donato del denaro ma soprattutto del tempo, alcune ore messe a disposizione per mentoring e competenze. Il progetto ha fatto il giro della Sicilia, poi dell’Italia, poi dell’Europa e ha raggiunto New York: “Noi siciliani siamo un popolo di migranti – dice Antonio Perdichizzi presidente di Fondazione Marea – ma oggi questo stato diventa la nostra ricchezza. Il nostro intento è trasformare la diaspora siciliana in comunità, aggregando risorse filantropiche e volontariato di competenze per creare opportunità in Sicilia”. I siciliani hanno risposto da tutto il mondo, da Hong Kong come da San Francisco, da Fukuoka e da Melbourne, da Addis Abeba, Dubai, Los Angeles, Sacramento, Montreal, e naturalmente dall’Italia e da tutta Europa.

Antonio Perdichizzi

I PIONIERI. Il più giovane dei pionieri ha 22 anni (si occupa di digital marketing e lavora in giro per l’Europa), il più anziano  ne ha 88  (e vive a Milano); si tratta per il 75 per cento di uomini e 25 per cento di donne. In 141 sono siciliani che vivono fuori dall’Isola, 114 hanno scelto di restare in Sicilia, 96 sono quelli che hanno deciso di tornare, 66 i siciliani che vivono tra più città, 32 i siciliani “di cuore” (che si sono innamorati dell’Isola e l’hanno scelta, anche senza avere legami o origini) e 26 quelli di seconda o terza generazione. 

Dalla provincia di Agrigento ai Monti Peloritani, dai borghi iblei alle periferie di Palermo, inclusione sociale, rigenerazione dei territori, nuove economie, diritti, comunità. 

C’è chi riscrive i confini di una “classe” offrendo ai piccoli un rapporto più stretto con la natura; chi lavora nei borghi delle aree interne e li dota di reti digitali, chi di contro, analizza gli effetti dell’overtourism e cerca invece di tutelare i territori; chi accoglie le famiglie disagiate, chi apre le porte a persone con disabilità e le rende parte di un progetto. Non un bando, ma una mappa stratificata, un racconto corale che va oltre l’elenco di buone pratiche: su 170 presi in considerazione, sono stati 13 i progetti selezionati da Onda, il primo programma di Fondazione Marea dedicato all’innovazione sociale; compongono una geografia inedita della Sicilia contemporanea: quella che sperimenta, include, rigenera, prova a restare, ma è anche modello di “ritorno”. Non si tratta di “riparare” il presente, ma metterne in discussione alcuni modelli dominanti: la scuola, il turismo, il rapporto con le istituzioni, perfino il modo di abitare territori fragili, lavorando a progetti che possano avere un effettivo risultato, ma contando su una rete di professionisti/mentor.

Fondazione Marea accompagna i progetti selezionati lungo un percorso strutturato di pre-incubazione. Attraverso il programma Onda la Fondazione mette a disposizione competenze, mentoring e una rete qualificata di professionisti che sostiene.

Presentazione dei progetti scelti dalla Fondazione Marea

Il termine corretto per definire questa rete di più di 500 siciliani e siciliane (i famosi pionieri), è “filantropi”, esperti e mentor nei campi più disparati (avvocati, commercialisti, comunicatori, docenti universitari, imprenditori, manager) che scendono in campo mettendo a disposizione le proprie competenze in base ai bisogni specifici di ciascuna iniziativa. Finora sono state 1500 le ore di “volontariato di competenze” messe a disposizione della Fondazione, ma da gennaio saranno molte di più. Questo è un valore enorme che torna ad essere investito in Sicilia.

Grazie alle loro donazioni e al supporto della Fondazione Peppino Vismara, della Fondazione EOS e della Fondazione Snam, verranno sostenuti economicamente i migliori progetti così da poter diventare nuove imprese sociali, accompagnate per i successivi 3 anni dalle competenze donate dalla rete dei Pionieri.

I TREDICI PROGETTI. C’è chi riparte dalla terra come luogo di cura, come Orto di Pino, che intreccia agricoltura sociale e percorsi di inclusione per persone con disabilità mentale. E chi usa la narrazione come strumento politico, come Fuori Centro, che ribalta lo sguardo sulle periferie urbane di Palermo, restituendo voce e dignità a quartieri troppo spesso raccontati solo per emergenze e marginalità.

La rigenerazione passa anche da luoghi simbolici e fragili: Maqaluba lavora su un territorio segnato da una ferita geologica e sociale, trasformandolo in spazio di formazione femminile, arte e permacultura; non cerca di riqualificare, ma “accetta” il luogo e cerca di costruire attorno. AbiXama Rural Hub sceglie invece un piccolo borgo sui Monti Iblei, Buscemi, per dimostrare che le aree interne possono diventare laboratori di futuro, non cartoline nostalgiche.

Tra i progetti selezionati c’è anche chi immagina nuove forme di cittadinanza attiva: Agorà accompagna comunità e Pubbliche Amministrazioni nei processi di democrazia partecipata, mentre Zagara costruisce percorsi di formazione politica femminista e inclusiva, dando spazio a soggettività spesso espulse dal dibattito pubblico, in particolare al Sud.

Dennis Angemi, progetto Inclusiva

Lo sguardo di Onda è esplicitamente europeo: Nexo Sicilia crea ponti formativi e professionali tra giovani siciliani ed europei; Unna affronta il tema dell’overtourism con una piattaforma di turismo etico che tutela territori e operatori locali, lavora sulla rigenerazione dei Monti Peloritani con glamping e orti comunitari. Inclusiva porta competenze digitali nei Comuni rurali, trasformando l’innovazione tecnologica in leva di inclusione sociale e lavoro.

Ci sono progetti che mettono al centro l’educazione e la fragilità: Scuola Dinamica a Custonaci sperimenta un modello di istruzione primaria che unisce natura, comunità e apprendimento, rifiutando le quattro pareti di una qualsiasi aula; IN+ crea spazi inclusivi in contesti naturali per giovani adulti con disabilità; La Casa delle Lavoratrici costruisce accoglienza abitativa e opportunità concrete per famiglie vulnerabili. E poi Spora che sui Peloritani intreccia ambiente, turismo lento, comunità e nuove economie, dimostrando che anche la montagna siciliana può essere terreno di innovazione.

Tredici progetti diversi, ma un’unica traiettoria: fare della Sicilia un laboratorio di futuro, dove le risposte alle grandi sfide – lavoro, diritti, spopolamento, cura dei territori – nascono dal basso e parlano un linguaggio contemporaneo.

Pietro Viola, Agorà Lab

Ogni progetto sostenuto da Onda è anche una storia profondamente radicata in un territorio preciso: campagne, borghi, periferie urbane, aree interne, montagne. Dall’agricoltura sociale che restituisce senso e lavoro, ai piccoli comuni che diventano hub di sperimentazione; dalle scuole che ripensano l’educazione, alle piattaforme che aiutano i territori a non essere travolti dal turismo di massa.

Sono iniziative che coinvolgono comunità locali, amministrazioni, associazioni, giovani e famiglie, e che producono effetti concreti: nuovi servizi, competenze, reti, spazi rigenerati. Un investimento sul presente, ma soprattutto sul futuro di chi in Sicilia sceglie di restare o di tornare.

I 13 PROGETTI NEL DETTAGLIO 

1) Orto di Pino

Vittoria (Ragusa)

Un progetto di agricoltura sociale che utilizza il lavoro agricolo come strumento di inclusione e benessere per persone con disabilità mentale, combinando recupero del territorio, percorsi di cura e opportunità occupazionali concrete. Il nome richiama l’immagine di un ambiente naturale e accogliente che può diventare spazio di rigenerazione individuale e collettiva. L’approccio unisce cura della terra e cura delle persone, in un’area fortemente legata alle comunità rurali del Ragusano, la riserva naturale del Pino d’Aleppo.

2) Fuori Centro

Palermo
Un progetto che si concentra sulla narrazione delle periferie urbane palermitane, lavorando sulla riqualificazione sociale e culturale di quartieri spesso ai margini. L’obiettivo è trasformare gli stereotipi e le percezioni negative in storie di comunità, dando voce ai residenti e promuovendo iniziative partecipative e culturali che rivitalizzino gli spazi urbani. L’azione implica ricerca narrativa, attività culturali e processi di aggregazione comunitaria. Fuori Centro rappresenta l’eredità del grande progetto Traiettorie Urbane che ha coinvolto decine di operatori socio-culturali di Palermo ed è stato sostenuto da Fondazione EOS.

3) Maqaluba

Delia (Caltanissetta)

Un laboratorio di rigenerazione territoriale che intreccia permacultura, arti performative e formazione femminile per valorizzare un territorio segnato da fragilità ambientali e sociali (come le caratteristiche geologiche e le dinamiche socio-economiche). Il progetto mira non solo a coltivare la terra in modo sostenibile, ma anche a creare nuove narrazioni culturali e professionali per le donne e le comunità locali. 

4) Nexo Sicilia

Agrigento

Un’iniziativa che mette al centro opportunità formative e professionali per giovani, con un forte elemento di collegamento tra talenti locali e partner europei. Questo progetto riflette una visione di Sicilia internazionalmente connessa, con residenze, scambi e azioni di formazione in settori strategici per la sostenibilità e il lavoro giovanile. 

5) Zagara

Catania
Un progetto di formazione politica femminista e inclusiva dedicato a contrastare marginalizzazione e discriminazioni nel Sud Italia. Con un focus specifico sulle comunità LGBTQ+ e sulle donne, Zagara promuove percorsi di empowerment e leadership politica che possano trasformare la partecipazione sociale in azione concreta sul territorio. 

6) AbiXama Rural Hub

Buscemi (Siracusa)

Un hub di rigenerazione rurale nel borgo di Buscemi, tra tradizione e innovazione. Il progetto mira a connettere risorse locali, pratiche artigianali, agricoltura sostenibile e nuove tecnologie per creare un modello di sviluppo rurale che sia attrattivo per giovani e comunità locali. La scelta di Buscemi evidenzia un approccio alle aree interne come palcoscenico di innovazione, superando l’idea di marginalità. 

7) Agorà

Palermo

Un progetto che si propone di accompagnare cittadini e Pubbliche Amministrazioni nell’attivazione di processi di democrazia partecipata. Con un modello di buddy system, il team di Agorà affianca le istituzioni locali per facilitare consultazioni pubbliche, co-progettazioni e decisioni condivise, mettendo al centro la governance partecipativa come strumento di sviluppo locale, con un focus sulle aree interne.

8) Scuola Dinamica

Custonaci (Trapani)

Una proposta educativa che reinventa l’esperienza della scuola primaria, integrando l’apprendimento formale con attività all’aperto, natura e partecipazione comunitaria. Non si tratta di una semplice scuola alternativa, ma di un modello che intende mettere in dialogo istruzione, ambiente e comunità, offrendo ai bambini un’esperienza formativa più ampia e radicata nel contesto sociale e naturale. 

9) Progetto Spora

Santa Teresa di Riva (Messina)

Un progetto di rigenerazione ambientale e comunitaria nei Monti Peloritani, con iniziative che includono orti condivisi, percorsi naturalistici, glamping e workshop. L’intento è valorizzare la montagna siciliana come spazio di sostenibilità, promozione del turismo lento e recupero di pratiche agricole locali, restituendo valore alle aree interne spesso più vulnerabili. 

10) Unna

Piazza Armerina (Enna)

Un progetto che propone una piattaforma etica per un turismo responsabile, affrontando la sfida dell’overtourism e promuovendo pratiche turistiche che tutelano i territori, rispettano le comunità locali e valorizzano percorsi autentici. È un’iniziativa che intreccia digitale, economia locale e sostenibilità. 

11) Inclusiva

Regalbuto (Enna)

Un progetto focalizzato sull’inclusione digitale attraverso la diffusione di competenze IT nei comuni rurali isolani. L’obiettivo è ridurre il divario tecnologico, favorire l’occupazione e potenziare servizi e opportunità nelle realtà più piccole e periferiche, facendo del digitale uno strumento di coesione sociale. 

12) IN+

Palermo

Uno spazio dedicato a giovani adulti con fragilità o disabilità, che coniuga inclusione sociale, attività culturali e opportunità occupazionali in un contesto naturale e accogliente. L’ambiente proposto da IN+ vuole stimolare autonomia, relazioni e partecipazione, facendo dell’esperienza in natura un’opportunità di crescita personale e comunitaria. 

13) La Casa delle Lavoratrici

Montedoro (Caltanissetta)

Una comunità residenziale per famiglie vulnerabili che offre accoglienza abitativa, percorsi formativi e occasioni di lavoro. Il progetto affronta il tema della fragilità abitativa in modo integrato, collegando casa, lavoro e comunità, e rappresenta una risposta concreta alle difficoltà sociali ed economiche di chi è più esposto alle incertezze del mercato.