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Dal Lago di Venere a Marte: a Pantelleria si studia l’origine della vita
Un team di ricercatori italiani ha ricreato molecole biologiche partendo dall’ambiente naturale unico dell’isola del Mediterraneo. I dati aprono nuove prospettive per l’astrobiologia. Lo studio è sostenuto da Inaf, Cnr e Agenzia Spaziale Italiana
di Redazione
6 Agosto 2025
Nel cuore del Mediterraneo c’è un luogo in cui la scienza sta indagando sul passato più remoto dell’universo per comprendere l’origine della vita. Non è un osservatorio spaziale, né un laboratorio hi-tech, ma un lago. Un piccolo specchio d’acqua incastonato nel cratere di un antico vulcano spento: nel Lago di Venere a Pantelleria, un team di ricercatori italiani, ha scoperto un ambiente naturale che avrebbe analogie simili a quelle del pianeta Marte.
Nel Bagno dell’Acqua, com’è anche chiamato il laghetto pantesco, si trova una combinazione di condizioni geochimiche uniche che hanno attirato l’interesse di astrobiologi e chimici di tutta Italia. La particolare composizione del lago – con un pH elevato, intensa attività idrotermale, ricca presenza di minerali e una sorprendente varietà di microrganismi – ne fa un ambiente estremo, molto simile a quelli che si pensa potessero esistere miliardi di anni fa sulla Terra primitiva o persino su Marte. Proprio partendo da queste suggestioni, un gruppo di ricercatori italiani ha deciso di esplorare le potenzialità del lago come modello naturale per lo studio dell’abiogenesi, cioè la nascita della vita da composti chimici non viventi. I risultati ottenuti sono sorprendenti: dall’acqua del Lago di Venere è stato possibile sintetizzare molecole chiave della vita, come l’Rna e alcune sue basi fondamentali.
Lo studio, pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, è il frutto di una sinergia scientifica tra le Università della Tuscia e Sapienza di Roma, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, in particolare l’Istituto di Ricerca sulle Acque di Montelibretti e l’Istituto di Biologia e Patologia Molecolari di Roma. Un’eccellenza tutta italiana che si muove tra geochimica, biologia molecolare e astrobiologia.
“Utilizzando l’acqua del lago siamo riusciti a sintetizzare molecole di Rna, una delle due molecole fondamentali per la vita insieme al Dna, a partire da alcuni precursori”, spiega all’Ansa Giovanna Costanzo, ricercatrice dell’Inaf e del Cnr, tra gli autori dello studio. Ma i risultati non si fermano qui: il team ha ottenuto anche tutte le basi presenti in Dna e Rna, oltre ai componenti del Pna, un acido peptidico nucleico che secondo alcune ipotesi potrebbe aver preceduto Rna e Dna come primo vettore dell’informazione biologica.
Secondo Raffaele Saladino, docente di chimica organica all’Università della Tuscia e tra i protagonisti della ricerca, questi risultati suggeriscono che la vita potrebbe essere emersa da meccanismi chimici simili sia sulla Terra primitiva che su Marte. In altre parole, le condizioni che hanno permesso l’origine delle prime molecole biologiche potrebbero non essere un unicum terrestre, ma ripetibili in altri contesti planetari.
Lo studio è parte del progetto Migliora dedicato all’astrobiologia, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana. Per Claudia Pacelli, responsabile scientifica del progetto per l’Asi, i risultati ottenuti rappresentano “un tassello fondamentale nella conoscenza dell’origine della vita sul nostro pianeta”, aprendo anche nuove frontiere per la ricerca della vita altrove nel cosmo.
Il lago di Venere è anche uno dei luoghi più iconici e suggestivi di Pantelleria. Le sue acque turchesi, alimentate da sorgenti termali sotterranee, si stagliano in un paesaggio lunare fatto di lave nere, macchia mediterranea e cielo aperto. Da sempre legato a miti e leggende – si narra che la dea Venere vi si specchiasse prima di incontrare il suo amante – oggi il lago torna protagonista, ma in un racconto tutto scientifico, dove la geologia e la chimica si intrecciano con l’astrobiologia. Il Lago di Venere, oltre al suo valore paesaggistico e naturalistico, si conferma così anche come risorsa scientifica di rilievo internazionale.