Un giardino culturale dinamico come grancassa al messaggio di incontro e dialogo tra culture. È quello inaugurato oggi sul piano del Palazzo dei Normanni, sede di uno dei parlamenti più antichi del mondo. Battezzato “Passage to Mediterranean” costituisce, a distanza di un anno dalla riapertura dei Giardini reali, una preziosa testimonianza paesaggistica rappresentativa del contesto storico-architettonico della città, in un luogo in cui ha però dominato per lungo tempo l’asfalto.

Particolare del giardino
Un trionfo di verde con decine di specie botaniche, sia tipicamente mediterranee che provenienti da paesi lontani, ma perfettamente adattatesi al clima della Sicilia, distribuite in
un’installazione con la forma di stella a otto punte, divisa da un corridoio in asse con il portone monumentale del castrum superius, ossia il Palazzo reale. L’idea, generata da un team di sei architetti paesaggisti di Istanbul è il risultato della sinergia tra la
Fondazione Federico II, l’Assemblea regionale siciliana e Radicepura, la fondazione catanese che dal suo grande parco florovivaistico di Giarre promuove il binomio dello sviluppo della cultura ambientale, insieme con quello dell’arte legata al paesaggio.

Il tunnel di corde
“Si tratta di un allestimento dinamico perché questo spazio crescerà in dimensione,
entro fine ottobre lo allargheremo di circa una quindicina di metri e l’intento è riuscire a fargli occupare nel tempo quanta più superficie possibile dello spazio antistante Palazzo dei Normanni – spiega il fondatore di Radicepura,
Mario Faro – . La scelta di concentrare intanto qualcosa come
50 specie botaniche diverse, che diventeranno molte di più con lo sviluppo del progetto, punta a comunicare un’unità di linguaggio tra culture differenti in un territorio come la Sicilia, che, va sottolineato, può ben considerarsi come la regione con la più alta biodiversità d’Europa. E ciò grazie alla formidabile convivenza di piante mediterranee o che arrivano da climi più caldi, ma anche provenienti da climi freddi”.Un esempio di adattamento che si può osservare nel giardino dinamico è il
Metrosideros excelsus, arbusto d’origine australiana, ma che nel clima siciliano ha trovato un perfetto habitat naturale. “Questa opera ci parla dell’evoluzione e dell’inesorabile sviluppo della natura e quindi del tempo – aggiunge Faro – . Ed esprime
valori ambientali leggibili anche in relazione al tema dell’immigrazione: si può arrivare da lontano ma gettare solide radici se ci si adatta bene al luogo ospitante”.
Il corridoio costruito al centro del giardino rappresenta un tunnel. È coperto da corde, la cui maglia si restringe progressivamente fino a infittirsi al termine del passaggio: “Simboleggia da una parte l’oscurità, la fine della vita; non a caso, a fianco, si erge un cipresso. Ma anche la sua rigenerazione”.

Il giardino culturale in piazza del Parlamento
Il giardino dinamico diverrà un luogo di incontro subito dopo il prossimo Festino, perché all’inizio dell’estate il piano di palazzo dei Normanni viene tradizionalmente utilizzato per le prove della principale manifestazione popolare di Palermo. “Lo scopo è renderlo un
trait d’union tra il Palazzo e il territorio – dice
Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – . Un luogo di bellezza autentica che svilupperemo ulteriormente, sistemandovi altre aiuole e sedute”. Sula stessa linea il presidente della Fondazione e dell’Ars,
Gianfranco Miccichè: “Il cemento non appartiene alle origini del Palazzo Reale. Fino a due anni fa piazza del Parlamento era completamente al buio, adesso è uno spazio aperto alla città grazie ai lavori fatti all’interno del Palazzo, all’apertura del portone monumentale e alla nuova illuminazione. Questa iniziativa rappresenta un altro passo nel percorso di rinascita culturale di Palermo. Paesaggio e natura sono forme d’arte”.