Il circo visionario del duo Ricci Forte al Teatro Massimo
Il rapporto tra uomo e donna è alla base dei due atti unici di Schönberg e Bartók, “La mano felice” e “Il castello del principe Barbablù”, fusi in un unico spettacolo nel progetto dei registi. Repliche dal 18 al 27 novembre
di Giulio Giallombardo
17 Novembre 2018
Il circo come sonda per scendere in profondità. Trionfo di luci, colori e apparenze dietro il quale, quando lo spettacolo finisce, si nascondono esistenze inquiete e proiettate verso la solitudine. In primo piano, il turbolento rapporto tra uomo e donna, con i tentativi del primo di espugnare il misterioso universo femminile.Su questa linea d’ombra si muove il dittico, pensato come un unico spettacolo, “La mano felice / Il castello del principe Barbablù”, messo in scena dal duo Ricci Forte nel nuovo allestimento del Teatro Massimo di Palermo, in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna, con la regia di Stefano Ricci. Lo spettacolo, composto dalle due opere di Schönberg e Bartók, precedute dalla Musica d’accompagnamento per una scena cinematografica op. 34 di Schönberg, debutta al Teatro Massimo domenica 18 novembre, con repliche fino al 27 dello stesso mese. Alla guida dell’orchestra, ci sarà l’ungherese Gregory Vajda, al debutto in Italia, specialista del repertorio di Bartók. In scena il basso Gabor Bretz, protagonista di entrambe le opere, e il mezzosoprano Atala Schöck, gli attori Giuseppe Sartori e Piersten Leirom, un gruppo di performers e il Coro del Teatro Massimo diretto da Piero Monti.

Gianni Forte, Stefano Ricci, Francesco Giambrone e Gregory Vajda

Gianni Forte e Stefano Ricci