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Il mare in un laboratorio: ecco le tecnologie che svelano i segreti del Mediterraneo

Robot sottomarini, sensori acustici e sistemi di campionamento: gli strumenti all'avanguardia mostrati al pubblico durante le visite del Festival della Biodiversità, per comprendere come viene monitorata la salute dei fondali e degli ecosistemi

Di Redazione

20 Novembre 2025

“Vogliamo mostrare come la ricerca scientifica di tipo marino si basa sulla raccolta dati con una serie di tecnologie molto innovative e di grande rilievo scientifico”. Così il professor Gianluca Sarà, ordinario di Ecologia all’Università di Palermo, ha introdotto l’esperienza vissuta nel Laboratorio di Ecologia (e.lab) del dipartimento DiSTeM, durante il Festival della Biodiversità, promosso dall’Ateneo di Palermo, con il Cnr e la Fondazione Le Vie dei Tesori.

Durante l’incontro sono stati mostrati gli strumenti all’avanguardia utilizzati per monitorare lo stato di salute del Mediterraneo. “I visitatori hanno avuto una panoramica sull’ambiente marino e su cosa effettivamente si fa in questo ambito – ha spiegato Sarà – poi hanno potuto conoscere tutta una serie di tecnologie: dai Rov, piccoli robot per il monitoraggio degli habitat marini, alla Roset, attrezzature in grado di campionare acque fino a 2.000 metri di profondità, fino ai dispositivi per l’analisi dei sedimenti”.

Non sono mancati i momenti dedicati alla microscopia e all’osservazione tassonomica degli organismi, fondamentali per comprendere la complessità degli ecosistemi sottomarini. Il professor Sarà ha sottolineato come “la grande quantità di dati raccolta in questo posto viene elaborata con script e algoritmi di intelligenza artificiale per essere poi restituita ai decisori politici”.

Un impegno quello del laboratorio che non si limita alla ricerca pura, ma che punta a una ricaduta concreta sulla società: “Tutti i cittadini vengono messi a conoscenza di quello che noi facciamo attraverso i canali di comunicazione più comuni e in questo momento più rilevanti”. L’incontro ha dimostrato come tecnologia ed ecologia possano lavorare insieme per proteggere il nostro mare, rivelando quei segreti che – tra robot subacquei, sensori acustici e campionatori profondi – ci aiutano a comprendere le trasformazioni del Mediterraneo e a preservarne la biodiversità.

(Video Rosaura Bonfardino)