◉ STORIE
Il villaggio dimenticato dei ferrovieri dove pregava don Pino Puglisi
Sulle colline del Palermitano, a Roccapalumba, si nasconde un piccolo borgo costruito per i dipendenti delle Ferrovie: un piccolo mondo con case, scuola e chiesa dove mosse i primi passi il beato palermitano. Da anni in vendita, oggi resta solo il silenzio, rotto dal racconto di chi lo ha riscoperto
di Marco Russo
23 Luglio 2025
Ospitava le famiglie dei ferrovieri che lavoravano sulla linea Palermo–Agrigento e nella chiesetta di quel piccolissimo borgo nascosto tra le colline palermitane celebrava la messa un giovanissimo Pino Puglisi. La lunga agonia del Villaggio dei Ferrovieri, a Roccapalumba, non sembra avere fine. Costruito intorno al 1955, nel periodo del boom economico, il borgo era destinato ad ospitare i lavoratori delle Ferrovie dello Stato, con le loro famiglie. Lo scalo fu realizzato per facilitare il trasporto del minerale di zolfo dai bacini di Lercara Friddi verso i porti della costa. Al suo interno vi erano palazzine residenziali, una chiesetta intitolata al Santissimo Crocifisso ed edifici di servizio: scuola, guardia medica, negozi, piazze e persino un piccolo centro sportivo.
Da tempo in vendita, il borgo è ancora in abbandono, come documentato in un reportage di Fuoririga, che raccontato ne ha raccontato la storia. Nel video le telecamere incontrano voci come quelle di Rosolino Di Carlo, abitante originario, e del parroco don Pino Graziano, che ricorda come il beato don Pino Puglisi celebrasse messa proprio nella piccola chiesa del villaggio nei suoi primi anni da vice parroco.
Oggi il villaggio appare ogni giorno più spettrale. Con il passare degli anni, l’erba ha iniziato a farsi largo tra i vialetti, le altalene arrugginite oscillano senza bambini intorno, le palazzine si confondono con il verde in una scenografia post‑apocalittica che affascina gli appassionati di urbex, l’esplorazione urbana di luoghi abbandonati. Il costo richiesto per l’intero complesso dalle Ferrovie dello Stato che detiene la proprietà, ammonta a circa 1,8 milioni di euro, cifra che rende la vendita assai difficile e lontana dagli interessi di investitori o comunità locali che vorrebbero recuperarlo.
Recentemente il sito ha attirato l’attenzione del collettivo urbex Ascosi Lasciti, che ha realizzato una visita esplorativa del villaggio. Come ha raccontato Cristiano La Mantia, presidente del collettivo: “Il villaggio è nascosto dalla vegetazione che ormai ne sta fagocitando i palazzi e dall’indifferenza generale che ne ha sancito la vera e propria fine. Scoprire che la piccola chiesetta è stata la prima in cui mosse i primi passi don Pino Puglisi ci ha procurato un sussulto. Certamente alcuni locali sono, almeno periodicamente, abitati da qualcuno che il giorno dell’esplorazione non si trovava in loco mentre gli altri risultano murati e inaccessibili”.
Così a metà tra memoria e rovina, il Villaggio dei Ferrovieri di Roccapalumba resta un luogo sospeso: simbolo di una storia industriale e comunitaria inghiottita dal tempo.