Le Vie dei Tesori: un racconto lungo tutto l’anno
Dodici anni fa il Festival partì per celebrare il Bicentenario dell’Università. Da allora è stato un continuo crescendo. E ora...
di Amministratore
7 Luglio 2018
Quando, ormai dodici anni fa, Le Vie dei Tesori partì per celebrare il Bicentenario dell’Università di Palermo, l’idea di aprire i luoghi dell’Ateneo alla città fu per me la naturale evoluzione del lavoro di comunicazione che conducevo all’interno di quell’istituzione. Luoghi che raccontavano storie straordinarie: la cripta delle Repentite, le prostitute diventate monache, con la tomba della Madre Badessa dai lunghi capelli e la pergamena misteriosa in un’ampolla che portai trepidante all’Istituto di patologia del libro di Roma, gli struggenti graffiti delle carceri dell’Inquisizione che vidi disseppellire dal passato uno per uno in giorni e notti che non dimenticherò, il mulino di Sant’Antonino che pezzo per pezzo tornò a vivere. Storie. Storie straordinarie da raccontare, capaci di trasformare anche un rudere in un luogo imperdibile. Passare dallo scrivere al proporre un’esperienza di visita raccontata alla città fu un passaggio obbligato, un toccare con mano lo straordinario potere della divulgazione, la prova dell’antico convincimento che l’arte, la bellezza, la storia non sono patrimonio esclusivo degli addetti ai lavori.Adesso che Le Vie dei Tesori è diventato il principale Festival italiano dedicato al patrimonio di una città, con oltre trecentomila visitatori in quindici giorni – e quest’anno si allarga a quasi tutti i capoluoghi siciliani e a quattro città del Nord Italia – adesso che tutte le istituzioni dell’Isola collaborano per mostrare e valorizzare i propri tesori, l’inaugurazione di questo portale è in qualche modo un ritorno alle origini e il compimento di un ciclo. Quel patrimonio Sicilia che apriamo una volta all’anno in occasione del Festival verrà raccontato tutto l’anno qui. Scoperte, misteri, restauri, documenti, personaggi che sono tesori anch’essi. Troppe storie abbiamo incrociato in questi anni, troppe storie incontriamo ancora, troppe preziose fotografie ci sono in archivi e biblioteche per non tirarle fuori e farne materia viva di scrittura. Troppe sorprese ci riserva la Sicilia – paesaggi, borghi, artigiani, tesori subacquei – per non farne un racconto continuo.A chi da dodici anni ci chiede perché il Festival Le Vie dei Tesori duri soltanto un mese all’anno (un evento si apre e si conclude, altrimenti non sarebbe un evento), possiamo finalmente rispondere che Le Vie dei Tesori adesso non chiude mai. Vivrà tutto l’anno, attraverso questo portale che nasce in collaborazione con “Gattopardo”, il magazine della Sicilia che cresce e che da un anno dirigo, con l’ambizione di comporre passo dopo passo, tassello dopo tassello, il mosaico immenso del patrimonio siciliano. Perché, come scrisse Guy de Maupassant, “quel che fa della Sicilia una terra necessaria a vedersi e unica al mondo è il fatto che da un’estremità all’altra si può definire uno strano e divino museo di architettura”.