Marsala come in un taccuino di viaggio dell’Ottocento

7 Novembre 2022

Presentato un cofanetto che ripercorre gli itinerari della città lilibetana attraverso testi, acquerelli, cartoline e illustrazioni. Dallo Stagnone al vino, dai bagli al cous cous, fino al mito di Garibaldi

di Maria Laura CrescimannoMarsala, la città con il nome del suo vino, non smettiamo di amarla per il suo barocco, le palme battute dal vento, il sale, il tufo e l’inconfondibile paesaggio lacustre e marino che la circonda.  Adesso però possiamo riscoprirla attraverso un viaggio speciale tutto a colori, grazie alle pennellate decise ed accattivanti che tracciano in acquarelli gli itinerari di chi la vive ogni giorno. È l’ultimo progetto editoriale della casa editrice palermitana Pietro Vittorietti per la collana dedicata ai luoghi insoliti e reinterpretati nella forma ottocentesca dei viaggiatori, il carnet de voyage, presto tradotto in inglese e francese.

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Cartolina della cupola della chiesa dell’Addolorata

La collana è giunta al terzo volume: il primo era dedicato a Palermo ed il secondo ai suoi giardini storici. “Marsala Insolita” appunto, ottanta pagine ed acquarelli in formato giapponese a fisarmonica (70 per 100): un cofanetto con i testi puntuali di Antonella Ingrassia, docente e marsalese doc, accompagnati da decine di acquarelli, cartoline e disegni della illustratrice palermitana, membro attivo del gruppo Urban Sketchers, Maria Francesca Starrabba.Aprendo il volume sembra di essere tornati un pò indietro nel tempo, quando i viaggiatori realizzavano i loro carnet di note a margine e colori vividi, per poi mostrarli al mondo dei girovaghi, curiosi ed amanti del bello. Ed è lì che le due autrici vogliono ritornare, a porre l’accento, alla riscoperta dei dettagli, in un mondo troppo definito e frettoloso, tornare alla lentezza, creatività, riflessione, ritrovando lo stupore di chi vede con occhi nuovi i luoghi che già conosce, ma cambiando la prospettiva.Presentato nella cornice raffinata e profumata delle Cantine Florio di Marsala, il volumetto racconta puntualmente la città dello Stagnone nella sua storia, dai fenici fuggiti da Mozia che fondarono Lylibeo, agli arabi che si ritrovano nei sapori e nelle spezie, poi gli spagnoli con il barocco sino ai giorni nostri. Leggendo si scopre la città del vino e delle cantine, dei Sappusi, quartiere popolare affacciato sulle lingue di sabbia, dei bagli di campagna riutilizzati, ma anche delle fragole, del pesce povero e del cous cous. E naturalmente, di Garibaldi, che riecheggia ad ogni angolo del piccolo centro cittadino.
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Le saline dello Stagnone

Si dispiegano su lunghezze colorate i paesaggi verde azzurri delle saline dello Stagnone, i tramonti cangianti con calici rubino in risalto, le colonne attorcigliate con ghirlande di limoni e melograni. Gli acquerelli sorprendono e sono un racconto nel racconto, pur vivendo una loro vita a sé stante. Emerge sullo sfondo anche una città ancora da recuperare e valorizzare, a partire da nuovi itinerari attorno all’antica Lilybeo, tra il mare di Capo Boeo e lungo il fiume navigabile che ne fece un centro di commerci di rilevanza a livello mediterraneo, almeno sino all’epoca romana. Itinerari, come conferma l’amministrazione comunale, che riveleranno ai turisti la Marsala del fronte mare da scoprire in barca, quella sotterranea delle catacombe, ma anche quella enogastronomica e garibaldina.