Palermo riscopre il suo porto: a passi veloci verso il futuro

Dal molo trapezoidale alla stazione marittima, dalla banchina Sammuzzo fino all’interfaccia di via Crispi: il waterfront della città sta cambiando volto

di Giulio Giallombardo

30 Marzo 2021

È un cantiere aperto che non si ferma mai. Una trasformazione di cui già si possono toccare con mano i primi segni. Il porto di Palermo sta cambiando volto: dalla nuova veste della banchina Sammuzzo ai lavori in corso per la stazione marittima, poi il terminal aliscafi, il progetto di interfaccia lungo la via Crispi e il grande sogno di trasformare il molo trapezoidale nella “marina bay” palermitana, in stile Barcelloneta. Una riqualificazione, quest’ultima, che prosegue a passo spedito, con i lavori affidati dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale a un aggruppamento temporaneo di imprese, la Conscoop di Forlì e Operes Srl di Santa Venerina, in provincia di Catania.

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Il mastio del Castello a mare

Una gara d’appalto per la sola area del molo trapezoidale che ammonta a circa 26 milioni di euro, per un progetto che darà continuità alla passeggiata sulla Cala, prolungandola fino al molo e al parco archeologico del Castello a mare, candidato a diventare un altro patrimonio Unesco in città. Accanto a ciò che resta dell’antico baluardo difensivo del porto, il cui perimetro è stato rintracciato dagli scavi, in un’area di circa 26mila metri quadrati, nasceranno una passeggiata, una piazza, un lago urbano e nove edifici con varie destinazioni, tra cui un auditorium e un anfiteatro panoramico da 200 posti, parcheggi.
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Il nuovo bar del terminal aliscafi

Un primo assaggio della nuova banchina Sammuzzo è il terminal degli aliscafi, inaugurato pochi mesi fa, con un bar affacciato sul mare, succursale di uno storico locale della città. Ma basta guardare oltre la banchina, per accorgersi che anche la nuova stazione marittima è quasi pronta e si prepara a essere inaugurata il prossimo giugno.
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Lavori alla stazione marittima

Ma quello che cambierà per sempre il rapporto tra Palermo e il suo porto è il progetto esecutivo dell’interfaccia presentato ieri nel corso di un webinar, a cui sono intervenuti tutti gli attori in campo. Oltre al presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Pasqualino Monti e il governatore Nello Musumeci, erano presenti, tra gli altri, il coordinatore europeo del Corridoio ScanMed, Pat Cox; il responsabile Progetti della Commissione europea Juste Zvirblyt, e l’architetto Emanuela Valle di Valle 3.0, che ha realizzato il progetto della nuova interfaccia.
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Plastico del nuovo molo trapezoidale

I lavori partiranno il prossimo ottobre e, secondo il cronoprogramma dell’Autorità portuale, dureranno 18 mesi, terminando nella primavera del 2023. Palermo avrà un waterfront totalmente rinnovato, che si svilupperàlungo la via Crispi, su una superficie di circa 52mila metri quadrati, tra il molo Santa Lucia e il Vittorio Veneto. Previsti corridoi per gli automezzi, sovrappassi e passerelle di collegamento con le stazioni di imbarco dei passeggeri, e ancora nuove aree di parcheggio, sistemi di controllo e varchi mirati per garantire maggiore sicurezza e aree verdi per migliorare la vivibilità e degli spazi urbani e portuali. Un’opera da 35 milioni di euro finanziata con fondi europei del programma Cef (Connecting Europe Facility), strumento pensato per migliorare le reti nei settori dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni.
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Render dell’interfaccia che collegherà la città al porto

“I flussi carrabili e quelli pedonali sono stati nettamente separati, – si legge in un documento – come sono stati distinti gli accessi dei passeggeri pedonali dal traffico dei mezzi pesanti. Questa netta distinzione è stata risolta ‘sollevando’ da terra tutto ciò che riguarda la viabilità pedonale, sopraelevando le funzioni, dedicate ai cittadini e ai passeggeri, alla quota di 7 metri. L’area di interfaccia città-porto è stata configurata come un sistema di spazi pubblici a diverse quote che permettono di superare il confine tra porto e città e consentono alle funzioni urbane di riappropriarsi degli affacci al mare”.
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Render di uno degli accessi in via Crispi

Un progetto, dunque, che ha l’ambizioso obiettivo di restituire centralità al rapporto tra Palermo e il suo porto, recuperando spazi a lungo negati. “Cominciamo a raccogliere ì i frutti di una visione che mette insieme locale e globale – ha commentato Pasqualino Monti – . Il progetto crea per la comunità un miglioramento dei tempi di attesa da e per il porto, del decoro urbano e della qualità della vita; una riduzione dei tempi di attesa all’imbarco e allo sbarco e della congestione prodotta dalle attività portuali e dalle interferenze con il traffico cittadino, e una riorganizzazione funzionale degli spazi. Niente cattedrali nel deserto, ma solo opere decise dal mercato, determinanti per creare economia reale. E, in questo caso, per restituire il mare ai palermitani, facendo comprendere come il porto non sia una servitù, bensì una risorsa”.